Chi è stato Salvatore Viganò? Il suo nome e la sua biografia sono probabilmente poco conosciuti al grande pubblico.
Il suo è stato un destino analogo ad alcuni grandi italiani come Vivaldi i quali sono stati molto famosi all’epoca in cui sono vissuti, dopo la loro scomparsa sono entrati nell’oblio e, dopo parecchio tempo, sono stati riscoperti ed universalmente apprezzati. Salvatore Viganò è vissuto tra la fine del ‘700 e l’inizio dell’800 ed ha racchiuso in sé poliedrici talenti: ballerino, coreografo e compositore. Il suo genio è stato sapientemente narrato nel libro: “Ritorno a Viganò, Saggi sul coreografo Salvatore Viganò” da parte dei curatori dell’opera José Sasportes e Patrizia Veroli.
La presentazione dell’opera si è svolta nei locali del salone nobile dell’Istituto Portoghese di S. Antonio, nell’omonima via a Roma, all’autorevole presenza dell’Ambasciatore del Portogallo in Italia Francisco Ribeiro Telles e con la relazione del collezionista Madison Sowell. In riferimento ai curatori dell’opera si sottolinea che José Sasportes è stato Ministro della cultura del Portogallo ed ha ricoperto altissime altre cariche culturali con particolare attenzione al campo della danza, di cui è un profondo conoscitore. Nel corso della presentazione del libro, e di un’ intervista che ci ha gentilmente concesso, è emerso che Salvatore Viganò può essere ritenuto uno dei massimi esponenti della nostra danza che elevò a tal punto da renderla un’arte. Il suo stile era innovativo ed originale. Pur non potendo riproporre i suoi balletti, in quanto le coreografie sono andate perse, ne è rimasto il ricordo che è diventato leggenda grazie ad alcune testimonianze documentali certe. Contrariamente a quanto avveniva al tempo in cui è vissuto, i suoi balletti erano molto scenografici, con allestimenti teatrali imponenti, un gran numero di personaggi che non fungevano da contorno ma erano un vero e proprio corpo di ballo. Senza dimenticare il successo che diede il look della moglie, la ballerina spagnola Maria Medina, con abiti svolazzanti e leggeri. Viganò diede vita ad un genere di danza denominato “coreodramma”.
Esso può essere spiegato come una sorta di trasposizione del primo cinema muto nella danza in riferimento alla forte espressività degli attori, alla loro decisa gestualità. A rendere maggiormente d’effetto la coreografia, vi era uno stretto legame con la musica, in quanto Viganò fu anche compositore di alcuni balletti che mise in scena. Il suo successo fu tale che partecipò, tra l’altro, con Beethoven alla scrittura che lo stesso compositore elaborò per l’opera “Le creature di Prometeo”. Tra gli stimatori di Viganò vi fu anche Stendhal il quale lo paragonò a Shakespeare come bellezza ed espressività. Alla morte di Viganò non vi furono altri in grado di raccogliere ed arricchire la sua eredità con la stessa maestria. Un’altra notizia che la nostra redazione ha grande piacere di diffondere è un comunicato dell’Ambasciata del Portogallo in Italia:
“Francisco de Almeida Dias sarà il primo portoghese ad essere insignito di uno dei premi speciali della Giuria della prestigiosa rivista di attualità culturale della Penisola Iberica e dell’America Latina, fondata nel 1946 dal padre dell’iberoamericanismo italiano, Giovanni Maria Bertini: “Quaderni Ibero Americani”.
La cerimonia di premiazione dell’edizione di quest’anno, la quinta nella storia del Premio Quaderni Ibero Americani, si svolgerà a Napoli giovedì 8 giugno, alle ore 18, nella splendida cornice di Palazzo Zevallos, arricchita quest'anno da una sinergia tra l'Università Suor Orsola Benincasa e l'Università di Dresda che darà il via ad un'opera di restauro di due beni situati sul territorio napoletano in cui i giovani studenti saranno protagonisti.
Il vincitore è lo scrittore spagnolo Juan Eslava Galán, ma la Giuria ha deciso di conferire altri tre Premi Speciali: al Dott. Mauro Felicori, Direttore della Reggia di Caserta, per il suo impegno nella salvaguardia e valorizzazione dello storico Parco; al Prof. Thomas Danzl, Decano dell’Università di Dresda, per lo studio altamente scientifico delle pitture della Torre Guevara di Ischia e al Prof. Francisco de Almeida Dias per il suo contributo alla diffusione della cultura lusofona e per lo studio della storia del Portogallo in Italia”.
Al Prof. Francisco de Almeida Dias, anima culturale dell’Istituto Portoghese di S. Antonio a Roma, la redazione di Matchnews rivolge le congratulazioni per il prestigioso riconoscimento ed augura di proseguire lungo la strada del successo.