Nell'estate del 1998 la Roma mise occhi e soldi (12 miliardi di lire, non pochissimi) su un giovane talento della Russia: Dmitrij Anatolevic Alenicev, meglio conosciuto come Alenichev. Trequartista dal talento cristallino, in giovane età vinse 4 campionati russi (con lo Spartak Mosca), 2 Coppe di Russia (Spartak Mosca) ed un calciatore russo dell'anno nel 1997. Arriva nella capitale in pompa magna, con le più lodevoli critiche e con un piede in grado di regalare magie ed entusiasmo. Nella sua prima stagione in giallo-rosso non riesce trovare la quadra e scende in campo solamente 21 volte, risucendo a segnare un solo centro.

Il tifo e la società sono delusi dal suo rendimento ma ancora credono nelle sue capacità, anche perchè in Russia ed in Europa ci sono milioni di ammiratori pronti a rimpinguare le casse dei capitloni. La Roma prova a trattenere il suo talento ma, la stagione successiva, riesce a farsi vedere 7 volte lasciando il segno una volta solamente. A Gennaio vola in prestito al Perugia dove conquista una salvezza da protagonista arrivando al decimo posto, guadagnando il ticket per il primo turno di Coppa uefa per la stagione successiva. L'anno dopo lo acquisterà il Porto, dove vincerà: 2 campioanti, 2 supercoppe, 2 coppe nazionali, una Champions ed una Coppa Uefa. Terminerà la carriera in Russia, allo Spartak Mosca. Il classe 72 ha scelto, successivamente, la strada dell'allenatore diventando nel 2010 il tecnico della Russia Under 18. Arsenal Tula, Spartak Mosca ed Enisej le sue squadre. Grande rimpianto del pubblico romanista perchè, apparte la parentesi italiana, ha dimostrato di saper dipigere con le sue giocate. Diversi media lo accostarono a Gianfranco Zola ma aveva, potenzialmente, più concretezza sotto porta e più senso tattico. La famiglia Sensi puntava molto sul russo, quasi ai livelli di Moratti con il "suo" Alvaro Recoba. Non sempre, però, un ambiente scelto e desiderato da tempo si rivela adatto per quel tipo di calciatore. A quei tempi l'Italia calcistica era una meta ambitissima da tutto il mondo, specialmente da chi affaccia dal lato orientale e vedeva la penisola italica come la massima espressione dell'agonismo del pallone. Alenichev lascia Roma stizzito e, quasi, deluso ma non con l'ambiente romano: con sè stesso. Vedere quel fantasista alzare la Coppa dalle grandi orecchie ed il secondo trofeo europeo è stato una soddisfazione anche per la compagine romana. 

1998-1999 Serie A 21/1
1999-gen 00 Serie A 7/1