Si può comprendere l’intima essenza di un Paese così ampio e variegato come la Cina solamente analizzandolo, come avviene da una parte dei media, da un punto di vista economico o sociologico? In parte si, ma possono restare in ombra alcuni aspetti tra i più profondi relativi al modo di percepire la vita, di descrivere i sentimenti e l’universo che ci circonda. Al fine di una più intima comprensione ed interpretazione di questi ultimi aspetti, la letteratura può svolgere un ruolo di osservatore e di interlocutore privilegiato.
E’ questo il senso del II Forum degli scrittori italiani e cinesi dal titolo: “La letteratura contemporanea tra passato e futuro” che si è tenuto a Roma, nei locali di Palazzo Firenze, l’antica casa della lingua e della cultura italiana.
I lavori sono stati aperti dall’Ambasciatore cinese in Italia Li Ruiyu; dal Presidente della Società Dante Alighieri, Andrea Riccardi; dal Presidente della Fondazione Maria e Goffredo Belloci, Tullio De Mauro; dal Segretario dell’Associazione scrittori cinesi, Bai Gengsheng. I relatori sono stati quattro tra gli scrittori cinesi più conosciuti, tradotti anche in numerose lingue estere: Chen Shucai, Wang Shan, Sheng Keyi, Ning Mingqin. Le loro esperienze sono state alternate a quelle di altri quattro scrittori italiani scelti dalla Fondazione Bellonci tra coloro che hanno maggiore attitudine al confronto con la letteratura di altri Paesi: Giordano Meacci, Alessandro Perissinotto, Chiara Valerio, Christian Raimo. Dall’ascolto di coloro che hanno offerto il loro contributo sono emerse una serie di considerazioni. La prima è che il Forum intende elaborare una piattaforma per il dialogo e la collaborazione culturale fra i due Paesi. Si tratta di un aspetto sostanziale e non formale dato che dagli interventi dei relatori e dalla lettura della raccolta miscellanea cinese “Caratteri”, si possono trarre alcune osservazioni. La prima è che, per alcuni aspetti, la letteratura italiana e quella cinese, sono diverse e complementari.
Nel caso della letteratura cinese, ad esempio, lo stile risulta maggiormente pragmatico, poetico, attento alla natura ed alle sue manifestazioni. La letteratura italiana risente, in maniera più decisa, dell’influenza della psicologia e della filosofia, la narrazione è più cerebrale. In entrambi i movimenti letterari sono presenti sia il disagio del “male di vivere”, sia le difficoltà e le contraddizioni dell’ epoca moderna, espressi con sensibilità e su aspetti differenti. In base alle considerazioni effettuate, scambi culturali potrebbero produrre benefici effetti. Essi, in riferimento alla letteratura cinese, potrebbero essere analoghi a quelli successivi alla Guerra dell’Oppio del 1840 ed alla fine degli anni 1970 – 80 con l’apertura politica e culturale sostenuta dal leader Deng Xiaoping. Il riferimento è all’enorme mole di traduzioni della letteratura estera che determinarono in Cina attualizzazioni linguistiche, grammaticali e della sintassi, oltre ad un maggiore apertura verso le culture provenienti da Paesi con differenti approcci mentali. Una conseguenza potrebbe essere, ad esempio, una minore commistione tra prosa e poesia che, in alcuni passi, potrebbe non entusiasmare un lettore occidentale abituato ad un linguaggio più secco e lineare. La letteratura italiana potrebbe, ad esempio, trarre beneficio dalla raffinata eleganza di descrivere un particolare, un dato aspetto, arricchire quella parte delle opere che possono avere un linguaggio essenziale e un vocabolario sicuramente non molto ampio. Un altro aspetto importante condiviso è una delle sfide generali che deve affrontare la letteratura. Si tratta che oggi una parte della nostra conoscenza del mondo passa attraverso la comunicazione fatta con tablet, smartphone.
Il rischio, con questa modalità, è la semplificazione grammaticale, linguistica, che può diventare anche di pensiero. In questa prospettiva la letteratura dovrebbe ridefinire la sua funzione mediatrice di rendere estetico quello che altrimenti sarebbe solo informazione.