Brasile, 2009 © Sebastião Salgado/Amazonas Images/Contrasto

La mostra che Palazzo Ducale di Genova ospita dal 27 febbraio si chiama GENESI. E vuole raccontarci attraverso le straordinarie fotografie di Sebastião Salgado (Brasile 1944) quella parte del mondo remota e ancora intatta che pochissimi di noi conoscono.

Circa il 46% del mondo è ancora come il giorno della genesi”.

Quando ho letto questa frase non ho potuto fare a meno di sorridere. Come farebbe una madre al proprio figlio, o viceversa, come si fa davanti ad un cucciolo. Un sorriso spontaneo, sereno. Uno di quelli che nascono dal sentirsi rassicurato, fiducioso, in pace col mondo.

Ed è proprio il mondo che stavolta il grande fotografo brasiliano vuole raccontarci. Il mondo come forse non lo abbiamo mai visto.

La mostra Sebastião Salgado. Genesi a cura di Lélia Wanick Salgado, moglie dell’artista, e prodotta da Civita su progetto di Contrasto e Amazonas Images, nasce da un viaggio durato ben otto anni.

Più di duecento le fotografie in bianco e nero esposte nel sottoporticato del Palazzo Ducale di Genova. Per raccontare il mondo naturale e il rapporto di questo con l’uomo.

Salgado immortala scenari che sembrano dipinti, inventati, come il deserto di Sud del Djanet  (Algeria 2009) o i ghiacci della Penisola Antartica (2005). Ferma con i suoi scatti il tempo proprio dove sembra essersi già fermato quando si sofferma ad osservare, come in Etiopia (2007), esempi di civiltà ‘primitive’ che ancora abitano il pianeta. Narra le tappe di un viaggio che, come dice lui stesso, “non è solo una ricerca estetica, ma anche etica e spirituale”.

E aggiunge: “Questo viaggio costituisce un tentativo di antropologia planetaria. (…) Ha anche lo scopo di agire da monito affinché si cerchi di preservare e se possibile ampliare questo mondo incontaminato, per far sì che sviluppo non sia sinonimo di distruzione”.

Immagini che sono davvero pezzi di mondo puro, inviolato: Amazzonia, Alaska, Congo, Cile, Antartide, Indonesia, Africa, Siberia.

Instancabile viaggiatore Salgado dimostra fin dall’inizio, dopo aver abbandonato nei primi anni Settanta la carriera di economista, una particolare predisposizione nel raccontare attraverso la fotografia scottanti questioni sociali e umanitarie. Tra i suoi libri più celebri Other Americas nato da uno studio durato sei anni sulla vita delle campagne in America Latina, La mano dell’uomo sulla fine della manodopera industriale e In Cammino e Ritratti di bambini in cammino, in cui documenta il tema delle migrazioni umane.

Con Genesi, la sua ultima fatica, il fotografo sposta la sua attenzione dall’Uomo, elemento centrale dei suoi precedenti lavori, alla Natura: “Personalmente vedo questo progetto come un percorso potenziale verso la riscoperta del ruolo dell’uomo in natura. L’ho chiamato Genesi perché, per quanto possibile, desidero ritornare alle origini del pianeta: all’aria, all’acqua e al fuoco da cui è scaturita la vita; alle specie animali che hanno resistito all’addomesticamento e sono ancora “selvagge”; alle remote tribù dagli stili di vita ‘primitivi’ e ancora incontaminati”.

Una mostra di fotografie che raccontano il cuore del pianeta. Anzi i mille volti di quest’unico cuore. Non è arte. Stavolta è qualcosa di più.

Sebastião Salgado, Genesi
27 febbraio - 26 giugno 2016

Palazzo Ducale, Sottoporticato
Piazza Matteotti, 9 - 16123 Genova

Da martedì a domenica 10 -19 e lunedì 14 -19. La biglietteria chiude un’ora prima della chiusura

www.salgadogenova.it www.palazzoducale.genova.it

1. Brasile, 2009 © Sebastião Salgado/Amazonas Images/Contrasto

2. Isole South Sandwich, 2009 © Sebastião Salgado/Amazonas Images/Contrasto

3. Kafue National Park, Zambia, 2010 © Sebastião Salgado/Amazonas Images/Contrasto

4. Etiopia, 2007 © Sebastião Salgado/Amazonas Images/Contrasto

5. Penisola di Valdés, Argentina. 2004 © Sebastião Salgado/Amazonas Images/Contrasto

6. Isola di Siberut, Sumatra, Indonesia, 2008 © Sebastião Salgado/Amazonas Images/Contrasto

7. Sud del Djanet, Algeria, 2009 © Sebastião Salgado/Amazonas Images/Contrasto

8. Arizona, USA, 2010 © Sebastião Salgado/Amazonas Images/Contrasto