Analisi e commento della Terza Giornata del Campionato Italiano di Serie A

LOTTA PER IL TITOLO: JUVENTUS FC 9 PUNTI AS ROMA 9 PUNTI AC MILAN 6 PUNTI 

Che il discorso scudetto potesse essere circoscritto ad appena due squadre era una sensazione che, negli spogliatoi della Serie A, si respirava sin dai primi giorni dei ritiri estivi. Vedere il Napoli così staccato ed il Milan sconfitto in casa con autorità dalla Juventus non può che confermare quella linea di pensiero: i bianconeri, metabolizzata in maniera sorprendente la partenza di Antonio Conte, si impongono sul campo dell'ex squadra di mister Allegri per uno a zero, forti del gol decisivo di un ex mancato come Carlos Tevez. Di nuovo a segno sotto gli occhi attoniti del Presidente Berlusconi, l'argentino finalizza un uno-due volante con Pogba e batte Abbiati, legittimando le impressioni positive che si erano avute già nel primo tempo, col palo colpito da un Marchisio sempre più a suo agio nel ruolo di vice-Pirlo. La reazione del Milan manca di cattiveria, e nemmeno l'esordio di Torres riesce a scalfire una difesa bianconera che, con il recupero di Barzagli, diventerà un autentico spauracchio per tutti gli attacchi della Serie A. Juventus con tre vittorie su tre, quindi (quattro su quattro, addirittura, se si include la partita di Champions contro il Malmoe), e primo posto subito griffato di bianconero, seppure in coabitazione col giallorosso della Roma.

La squadra di Garcia, in un Olimpico pieno ed entusiasta, sconfigge l'ex Zeman ed il suo Cagliari con un secco 2-0. In gol ci vanno Destro e Florenzi, che dopo il gol corre come un bambino verso un commovente abbraccio alla nonna, ed i giallorossi riescono, nel complesso, ad annichilire il gioco-spettacolo che il tecnico boemo sta cercando di impiantare anche in terra isolana. La Roma resta in quota-scudetto e tiene il passo della Juventus, ma il valore delle compagini sconfitte non è comparabile: mentre i bianconeri si sono sbarazzati di un Milan fino ad ora spumeggiante, i giallorossi hanno battuto in casa una squadra molle, disordinata e lontana anni luce da quell'equilibrio minimo richiesto per sopravvivere in un campionato tattico come la Serie A. Troppo facile parlare con il senno di poi, ma mettendo in fila i recenti fallimenti di Zeman, vai a vedere che quel Pescara-spettacolo promosso dalla Serie B era più merito di una formazione d'altra categoria (Immobile, Insigne, Verratti, Cascione e via dicendo) che della mano del tecnico boemo. Due parole vanno spese anche sul Milan: l'undici di Pippo Inzaghi stecca la prima partita del suo campionato in casa, ma ha tutte le attenuanti del mondo, dal blasone dell'avversario alla costruzione ancora in fieri del proprio equilibrio, processo che non può prescindere da qualche stop nel corso delle prime fasi del campionato. Se nel complesso la prova non è negativa, va comunque rivisitata la reazione al gol bianconero: il forcing del Milan è lontano dalla reazione rabbiosa che, giustamente, un tecnico dalla mentalità aggressiva come Inzaghi sembra pretendere.

CORSA PER L'EUROPA: HELLAS VERONA 7 PUNTI UDINESE CALCIO 6 PUNTI FC INTERNAZIONALE 5 PUNTI AC FIORENTINA 4 PUNTI SS LAZIO 3 PUNTI SSC NAPOLI 3 PUNTI 

La corsa per l'Europa, con la solita outsider Hellas Verona pronta a riproporsi nonostante gli sfavori del pronostico, si colora di risultati tra loro contrastanti e della solita poca chiarezza generale. Proprio gli scaligeri riescono ad espugnare il campo di un Torino che è l'ombra sbiadita della squadra spumeggiante dello scorso campionato, grazie ad un gol del centrocampista moldavo Ionito ed alla parata del portiere Rafael sul rigore, concesso ad una manciata di minuti dalla fine, del granata El Kaddouri. La prestazione della squadra di Mandorlini trasuda una maturità che pochi, dopo appena un anno di Serie A, potevano immaginare si imprimesse nei veronesi. L'Udinese si conferma squadra quadrata, approfitta del turnover folle imposto da Benitez al suo Napoli e regola i partenopei con un 1-0 figlio di una prestazione eccellente. Non è tanto nel gioco che l'Udinese riesce a domare la squadra di Benitez, ma è proprio nel saper resistere ad un avversario che riconosce più forte, ma non per questo imbattibile: un miracolo di Karnezis tiene i suoi a galla, poi Danilo devia in porta una punizione di Di Natale e manda i friulani in paradiso. Il tecnico avversario, optando per le contemporanee assenze di Hamsik, Callejon, Mertens e Inler, non trova il bandolo della matassa e lascia i suoi ad affidarsi ad una serie finale di corner: è un forcing tanto costante quanto vano, con il risultato che non si sblocca e lascia registrare solo l'espulsione di Stankovic, energico quanto convulso nel guidare la resistenza dei suoi. L'Udinese sembra avere qualcosa di dire anche in ottica di un possibile piazzamento europeo, risultato che mi sembra oggi l'unica cosa a cui può ambire un Napoli troppo brutto per essere vero e, soprattutto, per lottare per il titolo con Juventus e Roma. Delle restanti in corsa per l'Europa, l'Inter continua a fare un passo in avanti e mezzo indietro: dopo la bella e netta vittoria col Sassuolo, a Palermo basta la grinta ed il pressing degli isolani, uniti a qualche indecisione personale (Vidic, ma anche Handanovic sul gol) per fermare la squadra di Mazzarri su un 1-1 derivante dai gol dello splendido Kovacic e dell'ottimo Vazquez. Per confermarsi in Europa League basterà mantenere questo ritmo, ma se la crescita chiesta da Thoir mira alla Champions servirà sicuramente qualcosa in più per competere con Milan e Napoli. La Fiorentina si sblocca e passa sul campo dell'Atalanta, portando a casa la prima vittoria stagionale ma chiedendosi ancora cosa sia successo a bomber Mario Gomez. Il giocatore è la brutta copia del fuciliere ammirato con la maglia del Bayern, ed a togliere le castagne dal fuoco, in terra bergamasca, ci deve pensare addirittura Kurtic, comprimario che si prende lo scettro del protagonista grazie ad un rasoterra dopo appena tre minuti dal suo ingresso. Va riconosciuto, però, grande merito all'Atalanta: la squadra di Colantuono ha messo sotto i viola nel primo tempo, colpendo un palo con Boakye, ed ha sfiorato a più riprese il pari nella ripresa, con un autentico assalto finale. Ultima del gruppo in corsa per l'Europa è la Lazio di Pioli, che vive un autentico dramma nel fortino genoano di Marassi. L'undici biancoceleste ha da recriminare per la sfortuna, e meriterebbe almeno (almeno!) un paio di punti in più in queste prime giornate di campionato. Al Ferraris, contro un Genoa che deve accendere un cero a Perin per i miracoli dispensati nel primo tempo, la squadra di Pioli gioca un calcio spettacolare e sfiora a più riprese il vantaggio nella prima frazione. Nella ripresa, una serie di infortuni (il più grave colpisce l'ottimo Gentiletti, con le indiscrezioni parlano di uno stop di addirittura sei mesi)e l'espulsione di un de Vrij che si conferma non ancora adatto al calcio italiano portano all'incredibile gol di Pinilla, ad appena tre minuti dalla fine.Perdere fa sempre male, ma perdere una partita dominata è un dolore di cui è davvero difficile farsi una ragione.

META' CLASSIFICA: UC SAMPDORIA 5 PUNTI ATALANTA BC 4 PUNTI GENOA CFC 4 PUNTI FC PARMA 3 PUNTI CITTA' DI PALERMO 2 PUNTI 

Proprio le genoane guidano il gruppo delle squadre tranquille, di quelle che guardano con distacco alla lotta disperata per la salvezza e gettano l'occhiolino alla zona europea. La Sampdoria ringrazia il suo portiere Viviano ed esce indenne da Sassuolo, con i neroverdi di Di Francesco che dovevano riscattare la batosta subita contro l'Inter e ci riescono solo a metà. Mihajilovic conferma la solidità del suo gruppo e continua a fare da condottiero di una squadra che, se non si incepperà nel corso del campionato, potrebbe avere qualcosa da dire anche in ottica europea. Il Genoa di Gasperini riesce nella già citata impresa di stroncare una Lazio che l'aveva dominato: il gol di Pinilla, su assist dell'altro neo-acquisto Perotti, è una condanna per i biancocelesti ed è il simbolo della tenacia dei rossoblù. Protagonista assoluto, per i genoani, è però il portiere Perin, confermatissimo dopo-Buffon ed autore di almeno quattro interventi d'autore nel primo tempo, quando i tentativi di Lulic, Parolo, Djordjevic e de Vrij s'erano fermati sul suo corpo e sulle sue mani. I quattro punti di questo avvio di campionato, che sarebbero stati cinque come i cugini doriani se De Guzmann non avesse sbloccato a favore del Napoli a qualche istante dalla fine dell'esordio in casa, confermano la crescita di una squadra che, inopinabili crolli a parte, non dovrà guardarsi mai le spalle dalla battaglia per la salvezza. L'Atalanta, pur battuta in casa dalla Fiorentina, mostra una faccia tutt'altro che triste e lo deve in gran parte ai suoi interpreti: ottimo il giovane Zappacosta, come costanti si stanno dimostrando l'ala Estegarribia e bomber Boakye. Il Parma riesce, con la mezza impresa del Bentegodi ,durante il lunch-match , ad espugnare per 3-2 il campo di un Chievo non ancora del tutto amalgamato dai movimenti del mercato estivo. Decide Cassano con una doppietta, ma fondamentale è l'apporto del nuovo acquisto Coda, arrivato solo a 26 anni sui prati della Serie A ed autore di un assist e di un gol, dopo esser subentrato ad un Ghezzal spento ed evanescente. Con un Lodi pessimo in cabina di regia, gli emiliani devono ringraziare un Chievo rinunciatario che non ha cercato, sull'1-0 e con il Parma in netta difficoltà di gioco, di chiudere la gara. Confermerei tra quelle fuori per la relegation-battle il Palermo, squadra che in casa si mostra ostica e mai doma. L'Inter viene graziata dalla traversa che impedisce la doppietta di Vazquez , anche se il gol annullato ad Icardi, in un 1-1 finale intenso e pieno di emozioni, è giusto al limite delle regolarità. Zamparini, mangia-allenatori per eccellenza, porti pazienza e lasci la squadra tranquilla: Iachini sembra aver inquadrato bene la strada da percorrere, una strada che però non può prescindere dalla tranquillità dell'uomo al volante.

LOTTA PER LA SALVEZZA: AC CESENA 4 PUNTI CHIEVO VERONA 3 PUNTI SASSUOLO 2 PUNTI CAGLIARI CALCIO 1 PUNTO EMPOLI FC 1 PUNTO TORINO FC 1 PUNTO 

La lotta per la salvezza si vede rimpolpare le fila da alcune protagoniste nemmeno troppo inattese. Pensare ad un Torino impegnato su due fronti e capace di resistere nelle posizioni nobili del nostro campionato sarebbe stato utopia pura, e chi si è illuso ,con l'arrivo di Quagliarella e Amauri, di rimpiazzare efficacemente una coppia rodata e complementare come quella composta da Immobile e Cerci, non può che vedersi costretto ad un triste ritorno alla realtà. La squadra granata stecca l'ennesima occasione per rilanciarsi, si fa battere in casa dai vecchi rivali dell'Hellas Verona e, tanto per tingere di toni ancora più tragici la notte dell'Olimpico, fallisce il rigore del pari con El Kaddouri, mantenendo lo zero nella casella dei gol segnati in questo campionato. Oggettivamente poco attrezzato per sopravvivere in questa categoria pare anche l'Empoli di Sarri: il pari del Manuzzi, nell'anticipo-spareggio contro il Cesena, è un 2-2 che sblocca i toscani ma che mette davanti ad una cruda realtà, quella che conferma il generale basso livello delle squadre che ambiscono a salvarsi e che le vedrà, proprio per questo, probabilmente impegnate in una lotta povera e disperata fino alla fine. Tavano realizza il rigore che dimezza il vantaggio cesenate, mentre Rugani acciuffa il pari verso lo scadere: la rimonta empolese è completa, ma , con questi valori, contro avversari più quotati le speranze di fare risultato saranno, se non minime, quantomeno marginali. Discorso inverso per il Cesena: la squadra di Bisoli si doveva riscattare dopo la prova priva di verve inscenata all'Olimpico contro la Lazio, ed un buon primo tempo aveva messo in carreggiata i romagnoli per ottenere tre punti vitali. Il crollo della ripresa, però, dopo il vantaggio di Marilungo ed il raddoppio di Defrel, conferma lo scetticismo che aleggia sul Manuzzi, col Cesena incapace di ricoprirsi della maturità giusta per frustrare le speranze di rimonte di un Empoli disperato. Il punto permette al gruppo di Bisoli di respirare a quota quattro, ma le premesse per il futuro non mi sembrano le più rosee. Già spiegata, nel corso dell'analisi sulla Roma, la pochezza del Cagliari zemaniano; nel corso di questa terza giornata, gli isolani non riescono ad offrire nemmeno quegli spunti offensivi che avevano bilanciato il disordine della propria difesa nel corso delle scorse partite. L'ultimo posto, in coabitazione con Empoli e Torino, sembra già dirla lunga sulla possibilità di mescolare il gioco audace imposto dal tecnico boemo con la durezza della lotta per salvarsi della Serie A. Sassuolo e Chievo confermano i loro limiti, e lo fanno ,curiosamente ,in modo opposto: mentre i clievensi riescono a rianimare un Parma fino ad ora sempre battuto, andando incredibilmente a difendersi, boccheggiando per una forma fisica approssimativa, dopo il vantaggio casalingo firmato da Izco (ed inseriscono troppo tardi bomber Paloschi, autore del 2-3 che riapriva almeno le speranze), il consorzio guidato da Di Francesco non riesce a superare la Samp di MIhajilovic e non riscatta la batosta subita dall'Inter. In tutta onestà, i neroverdi sembrano il gruppo più collaudato tra quelle nei quartieri bassi, ma certi scivoloni clamorosi (esempio lampante il 7-0 di San Siro) impediscono ai tifosi del Sassuolo di dormire dei sonni tranquilli. E la serenità, si sa, paga più di un'organizzazione di gioco mediocre.