Spesso guardo agli uomini come a un deposito fatto soprattutto di storie personali. E proprio queste ultime, chiamiamole pure minori, costituiscono un valore che va considerato appieno. E’ chiaro che sul piano della storia “grande” e dei trattati internazionali noi siamo degli umili testimoni, dei piccoli protagonisti. Però stando attenti a non equivocare. Perchè noi non siamo soltanto delle storie travolte da una storia più “grande”. Ma siamo invece una grande storia che continua proprio perchè fatta di piccole storie.
Ed io non sono un poeta, come mi chiamano, perchè mi accade ogni tanto di scrivere dei versi. Ma sono un poeta perchè da sempre, come spero facciate voi, conservo nel cuore il profuno, il senso ed il valore delle piccole cose. Per nascita sono dalmata e spesso orgoglioso di esserlo. Anche se è giusto ricordare che al di là delle rivendicazioni dei singoli popoli, al di sopra delle differenze e delle dispute territoriali o delle diverse appartenenze politiche e religiose, noi apparteniamo tutti a una grande famiglia umana. E nell’epoca di internet e della comunicazione globale dobbiamo superare l’idea di vecchi confini e cooperare a favore di un mondo dove cessino gli odi, i conflitti aspri tra nazioni, per agire tutti su di un piano di reciproca convivenza. Perchè la nostra vita si svolge e si svolgerà sempre in un’alternanza di gioie e di dolori. Ma la nostra esistenza, comunque la si giudichi, resterà sempre un dono che non bisogna sciupare. Voglio qui ricordare una frase con la quale terminavo un mio vecchio romanzo: “Sono bellissimi questi momenti che viviamo”. Qualcuno osserverà che si tratta di ottimismo.
D’accordo, Una volta Dostoievski ha detto che la bellezza “salverà il mondo”. Naturalmente non è sicuro che lo salverà. Forse nemmeno l’ottimismo lo salverà. Ma comunque l’ottimismo, da sempre, resta una forza che lo fa andare avanti. E l’ottimismo è più di una forza: è una necessità.