Un film on the road tutto al femminile, che riesce a raccontare con il cuore un disagio psichico e sociale.
Paolo Virzì (Il capitale umano, 2014, La prima cosa bella, 2010, Tutta la vita davanti, 2008) scrive la sceneggiatura insieme a Francesca Archibugi. La pellicola racconta la storia di due donne, Beatrice Morandini Valdirana (Valeria Bruni Tedeschi) e Donatella Morelli (Micaela Ramazzotti). Le due si incontrano in una comunità per donne che vengono considerate socialmente pericolose e che si trovano in custodia giudiziaria. Beatrice è logorroica, altezzosa e non riesce a legare con nessuna, fino a quando non arriva Donatella, che al contrario, è apparentemente tranquilla e molto fragile.
Per un caso fortuito, riusciranno a prendere un autobus e vivere fuori dalla comunità per qualche giorno e darsi, appunto, alla pazza gioia. Nascerà uno strano legame tra le due, ma sarà positivo per entrambe.
La sceneggiatura ha basi solide, parte da un gran soggetto e due personaggi ben definiti. La storia esplora la vita della comunità, di queste donne che vivono profondi disagi psicologici. I dialoghi seguono i personaggi e ne analizzano le varie sfaccettature, sempre con estrema delicatezza. Anche se molti avvenimenti risulterebbero poco probabili nella vita reale, come ad esempio il comportamento dei genitori adottivi nei confronti di Donatella, o il fatto stesso che le due se ne vadano in giro indisturbate.
La regia è dinamica, fa percepire il caos esterno e interno dei personaggi. Mostra nuovi punti di vista, non solo quello di Donatella e Beatrice. Virzì riconferma il suo stile con ottimi risultati.
Valeria Bruni Tedeschi è la vera protagonista, racconta un personaggio molto complicato, fuori dagli schemi, assolutamente folle. Non la sopporta nessuno, ma riesce ad essere gentile con Donatella, nonostante i suoi problemi psichici. Anche la Ramazzotti fa la sua parte, ma Donatella è fragile, depressa, si arrende perché non ha l’aiuto di nessuno, nemmeno dei suoi genitori. La sua ribellione è solo esterna, attraverso i suoi tatuaggi. Per questo, Beatrice trova in lei un’alleata, un’amica e si aiutano a vicenda.
Film da non perdere, all’altezza delle aspettative dopo un film come Il capitale umano. Virzì esplora nuove dinamiche, ma stavolta, al femminile.