Un comunicato stampa dell’Unione Europea del 2024 recitava:
“Nel febbraio 2021, un colpo di stato militare ha fermato la transizione democratica del Myanmar, con effetti devastanti per il Paese e la sua popolazione. Ad oggi, oltre 7.200 civili sono stati uccisi e più di 20.000 detenuti, di cui 119 nel braccio della morte. Il Paese sta sprofondando ogni giorno in una crisi umanitaria e socioeconomica più profonda, con 2,6 milioni di sfollati interni, quasi la metà della popolazione vive sotto la soglia di povertà e 18,6 milioni di persone bisognose di sostegno umanitario (rispetto al milione prima del colpo di stato). Si stima che più di 9,7 milioni di queste siano donne e ragazze. La loro vulnerabilità alla tratta, alla violenza di genere e ad altre violazioni è aumentata vertiginosamente negli ultimi tre anni. Nonostante il crescente disastro umanitario, l’ONU stima che nel 2023 solo il 29% dei bisogni umanitari e’ stato soddisfatto”.
Venerdì 28 marzo 2025 nella Birmania/Myanmar vi é stato un terremoto con epicentro nel centro del Paese. La scossa di magnitudo 7.7 é stata avvertita fino in Thailandia e nella provincia cinese dello Yunnan, ha abbattuto gli edifici di numerose città e molte aree sono ancora isolate. A fare il punto su questa devastazione é stata Cecilia Brighi, Vicepresidente dell’Associazione Italia-Birmania.Insieme nel corso di un convegno organizzato a Roma dalla Sezione “Ara Pacis” della FIDAPA BPW Italy, con il patrocinio dell’Associazione “Lucchesi nel mondo” Sezione di Roma. La situazione che é emersa nel corso dell’evento é a dir poco drammatica con gli ospedali al collasso, la guerra civile che prosegue anche tra le rovine del terremoto, la prosecuzione dei raid aerei da parte della giunta militare al governo dal colpo di Stato del 2021. Le donne e le ragazze corrono i maggiori rischi, innanzitutto quelli della violenza su di loro come arma di guerra. Un numero elevato di donne vive in rifugi di fortuna sovraffollati, in tende o solo con coperte e lenzuola per separare gli spazi. Inoltre mancano i prodotti ed i servizi di salute riproduttiva-mestruale, i servizi igienici in queste situazioni sono assolutamente insufficienti con pericoli di epidemie. Senza dimenticare la recente introduzione della leva militare obbligatoria, che sottraendo giovani forze, sta generando conseguenze sociali ed economiche facilmente intuibili nella già drammatica situazione.
Eppure, ha affermato Cecilia Brighi, nonostante l’impatto devastante del colpo di stato, le donne stanno cercando di costruire un futuro pacifico e democratico per il loro Paese e di smantellare le gerachie discriminatorie e patriarcali che hanno a lungo impedito loro di godere in pieno dei loro diritti. Stanno guidando le proteste, svolgendo un ruolo centrale negli aiuti umanitari locali, assumendo posizioni chiave all’interno del movimento democratico ed aiutando a sviluppare politiche ed istituzioni che proteggeranno e promuoveranno i diritti all’uguaglianza ed alla non discriminazione. In sostanza, la spina dorsale dell’opposizione sono le donne. L’Associazione “Italia-Birmania.Insieme” é da tempo impegnata nella formazione (anche fornendo i necessari strumenti digitali) delle donne e delle contadine per elevare il loro grado di conoscenze delle tecniche agricole e, di conseguenza poter accrescere il loro reddito. Altre forme di aiuto sono, tra le altre attività, l’invio di fondi diretti nelle aree di conflitto alla popolazione bisognosa; la costituzione di un team di soccorritori e soccorritrici dal primo giorno nelle aree del terremoto; la stipula di un accordo con associazioni di imprenditori democratici per la ricostruzione ed un lavoro dignitoso post-sisma.
La popolazione birmana colpita dal terremoto ha bisogno di essere sostenuta e l’Associazione “Italia-Birmania.Insieme” é uno strumento la cui azione é riconosciuta anche a livello istituzionale internazionale. E’ possibile inviare un contributo sul suo conto corrente dell’Intesa Sanpaolo n. 1000/00076665. Per la ricevuta fiscale per le detrazioni scrivere a: