Ci possiamo pure girare intorno, fare gli gnorri, nasconderci dietro alle rassicuranti frasi fatte del tipo: “finalmente si gioca!”, “è tornato il calcio giocato!” , “ ora la domenica ha un senso…”.
Ma la verità è che il nostro animo velatamente masochista il mercato estivo lo ama, lo ama intensamente in ogni sua sfumatura, maggiormente in quelle negative che positive. Il delirio di guardarsi ogni minuto Tuttomercatoweb con la speranza di leggere qualche grande acquisto e ritrovarsi a leggere che il Teramo è sulle tracce di un difensore 45enne che lavorava in un’industria di frullatori, chi ce la ridarà quest’emozione?
La sana follia dei prestiti con diritto di riscatto, dei prestiti con obbligo di riscatto, dei riscatti con obbligo di prestito, dei “titoli definitivi” in quaranta rate semestrali, i famosi “…è fatta” o “si avvicina” o ancora “questione di ore”: quando potremmo viverla se non in quei due mesi infernali che dividono un anno da quello prima? Guardiamoci negli occhi, basta con quest’insulsa ipocrisia.
Il mercato è finito da un paio di giorni e già ci manca, inutile dirlo. Ci ha lasciato così, all’improvviso, con rose improvvisate, con giocatori improbabili, senza darci neanche il tempo di quel dannato colpo ad effetto finale che di solito ci fa fomentare come teen-ager ad un concerto di Lorenzo Fragola.
Ma tanto è inutile parlarne, ormai “ciò che è fatto è fatto” diceva Pablo Montero prima di puntare gli stinchi di qualche ignaro avversario, quindi andiamo a vedere come cambiano, se cambiano, le 20 reginette della Serie A dopo il tornado estivo delle trattative.
ATALANTA- A Bergamo a quanto pare si sono fatte scelte chiare e concise: facciamo finta di retrocedere e poi ci salviamo, come sempre. Scelte che vanno avanti da anni, che Colantuono non ha condiviso in una funesta annata in cui quasi quasi si posizionava a metà classifica e infatti sappiamo tutti che fine ha fatto. In mano al buon Edy Reja, uomo dalle spiccate capacità offensive, c’è una squadra in cui la fantasia non si sa bene cosa sia e a cosa serva quindi è stata placidamente lasciata da parte. La partenza di Baselli è stata mal digerita ma la permanenza di Estigarribia ancora meno. Bene l’acquisto di Paletta, salto di qualità carpiato al contrario che coincide con la sua perdita di capelli repentina, ma la chicca vera si chiama Rafael Toloi, oggetto del desiderio di Walter Sabatini che non perdonerà mai tale smacco. L’acquisto di Kurtic è più che altro questione extra-calcistica: se il giocatore cambierà ancora una volta maglia tutte le 57 società precedenti vinceranno una “Cena romantica per due” al ristorante di Cracco a Milano. In avanti dare ancora fiducia al Tanque Denis sembra un palese caso di “accanimento terapeutico”, ma tutto girerà più che altro intorno alla sobrietà di Pinilla e alle doti aeree di Maxi Moralez. VOTO : 40 punti o morte!
BOLOGNA- Dopo un travagliato anno in serie cadetta è sempre bello ritrovarsi davanti il Bologna, squadra che ha dato spazio e fama a leggende calcistiche quali Nervo e Andersson, insomma parliamo di roba seria.
Nelle mani dell’abile Pantaleo Corvino, che anche se fosse un incapace avrebbe tutto il nostro rispetto per aver portato quel nome tutta la vita senza battere ciglio, un mucchio di soldi divisi in mazzette da 100 euro elargito dal buon Joe Tacopina & soci, un gruppo che ricorda più un telefilm americano anni ’80 che una cordata d’imprenditori. D’altronde quando i tuoi capi sono per la maggior parte canadesi e pensano di aver acquisito una squadra di hockey su ghiaccio puoi muoverti liberamente andando anche in giro a comprare gente a caso. Mirante in porta dà un’ottima possibilità di retrocessione immediata e allo stesso tempo insicurezza ad una retroguardia che farebbe paura anche a Zeman: Gastaldello, Maietta, Oikonomou, M’baye, Ferrari (non Matteo), Krafth,Rossettini, Morleo, Ceccarelli e Masina. Spero di non avervi turbato troppo ma questa è la realtà dei fatti.Il ritorno del figliol prodigo Taider in mezzo al campo fa ben sperare, almeno non ci sarà carenza di ammonizioni, mentre l’acquisto del buon Giaccherini, riportato in patria dopo un esilio da dimenticare, è la ciliegina sulla torta di un mercato che si farebbe fatica a non definire “confuso”.
Davanti tutto si poggia sulle spalle di sua maestà, Mattia Destro, che ancora deve decidere se preferisce giocare con i guanti o le maniche tirate fin sopra alle mani come i bambini della scuola calcio. Per la fantasia c’è Brienza, per il gol Acquafresca: direi che è tutto a posto. VOTO: Hockey su ghiaccio.
CARPI – La società romagnola rappresenta a mio avviso la vera magia del calcio e più precisamente la migliore esponente di quella fantastica tendenza che hanno molte squadre neopromosse : “compriamo giocatori a caso ma di categoria, l’importante è che costino zero”. D’altronde il buon Sogliano cosa poteva fare quando alla riunione pre-mercato di giugno il presidente Caliumi ha fissato il budget a “Tre goleador e un buono sconto della Feltrinelli”. Ha messo a posto la porta comprando Brkic, che per lo meno rispetto agli altri è abbastanza alto e che nelle prime due giornate ha già fatto pensare a Castori di promuovere tra i titolari il caro vecchio Benussi. In difesa con la tecnica di Spolli e la velocità di Zaccardo non dovrebbe esserci nessunissimo problema: occhio però alla spinta di Gabriel Silva, cacciato dall’Udinese senza validi motivi, e a quel Wallace che all’Inter non riuscì neanche ad entrare nel campo di allenamento. In mezzo è tutto in mano a Marrone, giovane scuola Juventus, che ha tutto a parte la visione di gioco: è per questo che lo hanno promosso a “regista di centrocampo”. Raphael Martinho e Cofie possono dare corsa ma non chiediamogli di passare il pallone, Lazzari inventerà sicuramente qualcosa di buono. In avanti l’arrivo di Marco Borriello ha scaldato gli animi. Per chi credeva ad una scelta di cuore mi dispiace farvi presente una pericolosa vicinanza del campo di allenamento del Carpi a Rimini e alle varie discoteche: come direbbe il buon Adam Kadmon “coincidenze? io non credo proprio”. In verità tutto si reggerà sulle spalle di Mbakogu e di quel Kevin Lasagna che sta infervorando gli animi di tutti i fantallenatori d’Italia: comprarsi Lasagna equivale ad elevarsi ad un livello inarrivabile di simpatia e goliardia. VOTO : Kevin Lasagna
CHIEVO – O sarebbe meglio dire Real Chievo dopo due giornate da incorniciare e mettere da parte. Qualcosa non quadra, d’altronde Maran deve ancora essere istruito per bene: come ogni santa stagione il Chievo punterà a fare prima possibile i 40 punti della salvezza per poi adagiarsi completamente su degli allori che non ha mai avuto la fortuna di vedere. Mancano quindi solo 34 punti all’ora x, Maran deve stare attento: fare 41 punti o ancora di più vorrebbe dire esonero immediato.Un mercato “non proprio scoppiettante” per non dire praticamente nullo, portato avanti con sicurezza da quel Luca Nember che ha palesemente un nome d’arte e non un cognome. In porta confermato l’ottimo Bizzarri, dietro di lui il vuoto cosmico rappresentato orgogliosamente da Bressan e Seculin. Dietro arriva Cacciatore, famoso più che altro per un’esultanza a metà tra un attacco epilettico e la rappresentazione di un ballerino di “taranta” molto scarso. Insieme a lui anche Gobbi che avrà bisogno di tempo e psicologi per dimenticare il Parma. In mezzo al campo comanda Valter Birsa, uomo dal rendimento leggermente altalenante e che porta ancora la maglia del Milan sotto a quella con cui gioca. Il ritorno di Pinzi fornisce la certezza di giocare in dieci uomini almeno la metà delle gare del campionato. Ottima la scelta di Simone Pepe che viene da ottime annate nella clinica della Juventus. Davanti il colpo M’poku dà entusiasmo ma i veri protagonisti sono Meggiorini e Paloschi: uno inventa e l’altro insacca. Una coppia perfetta che durerà più o meno altre due partite al massimo. VOTO : 40 punti