“Que serà, serà” diceva Doris Day qualche anno fa (1956) sulle note di una delle musiche più famose dell’epoca moderna.
Roma - Poche parole, semplici, che Claudio Ranieri ha continuato a ripetere a giornalisti affamati di risposte dopo ogni gara vinta (15 stagionali su 25 partite) dal suo Leicester. L’Inghilterra, per colpa sua e dei suoi ragazzi, sembra essere impazzita: la Premier League non era più abituata a queste “alzate di cresta” di qualche piccola protagonista.
Basti pensare che da quando si chiama Premier League e non più First Division, ovvero dal 1992-93, solamente il Blackburn nella stagione 94-95 è riuscito a interrompere l’egemonia di Manchester United, Arsenal, Manchester City e Chelsea.
Passando agli altri quattro campionati “maggiori”, ovvero Germania, Italia, Francia e Spagna, di sorprese ne troviamo assai poche. In Liga l’ultima squadra a riuscire a rompere l’egemonia del duopolio Real Madrid-Barcellona è stata l’Atletico Madrid, che non possiamo comunque definire una “piccola”. Bisogna tornare indietro fino al 2000 con il Deportivo la Coruna dei miracoli, contando che anche il caro Valencia non può essere considerato una “sorpresa”. La Bundesliga ha avuto la sua ultima rivelazione con il Wolsfburg di Dzeko e Grafite nel 2008-09, la Ligue 1 invece con il Montpellier di Giroud nel 2011-12, l’anno dopo l’impresa del Lille di Rudi Garcia. Tutte storie fantastiche, piccola parte di quelle che la storia del calcio ha donato e ogni anno riesce a donare. Ma nessuna, nel caso questa favola si trasformasse in una splendida realtà, sarebbe come il Leicester City. Per arrivare ad una favola di questa portata bisogna tornare indietro di quaranta, cinquant’anni: dal Verona di Bagnoli al Nott. Forrest di Brian Clough. Al Liverpool di Shankly che ancora non era il Liverpool di adesso, con un nome pesante e un palmares di tutto rispetto. Qualcosa come il Cagliari di Scopigno e Riva, qualcosa che strida completamente con il calcio delle superpotenze. Recentemente Ranieri ha detto di questi ragazzi che “hanno una fame incredibile, qualcosa che non ho mai visto in tutta la mia carriera”: parliamo di questo forse, di determinazione nel perseguire un sogno assolutamente folle. Vincere la Premier League, questa Premier League, la più ricca di tutta la storia del calcio in Inghilterra.
Osservando le inseguitrici, anche quelle che possiamo ritenere minori, si fatica a trovarne qualcuna che sulla carta non possa essere ritenuta due spanne sopra i “Foxies”. Eppure la squadra di Ranieri continua comunque a vincere, quasi non gli importasse del blasone e del nome, seguendo la sacra linea della furia agonistica: stavolta è toccato al City di Pellegrini che dopo pochi minuti già cominciava a subire il pressing asfissiante del Leicester. La partita finisce 3-1, gol della bandiera di Aguero, e la notizia è che non ha segnato Jamie Vardy. Cambia così la conformazione della classifica dove il City scende a -6 con gli scontri diretti ormai alle spalle e quindi vede affievolirsi la possibilità di titolo. Salgono invece Arsenal e Tottenham che vincono e convincono: le due di Londra sono a -5 punti e domenica alle 13 lo scontro diretto all’Emirates Stadium vedrà scontrarsi proprio i Gunners con il Leicester. E’ forse l’ultima chiamata “alle armi” per chi ha fino ad ora inseguito arrancando dietro allo sprint della “cenerentola” inglese. Per Ranieri e i suoi ragazzi è forse la sfida che può determinare al centro per cento cosa possano fare del proprio, prossimo, futuro: trasformarlo in un sogno irripetibile o nell’ennesimo “ce l’avevano quasi fatta”.
Diamo uno sguardo veloce agli altri campionati partendo dalla Liga dove vincono tutte e tre le prime della classe. Il Barcellona doma con difficoltà il Levante di Giuseppe Rossi grazie ad un’autorete ed il sigillo nel finale di Luis Suarez; l’Atletico invece s’impone 3-1 con semplicità sull’Eibar; difficoltà anche per il Real di Zidane che vince 2-1 sul Granada e mantiene la terza posizione.
Doppio pareggio per prima e seconda della Bundesliga, Bayern Monaco e Borussia Dortmund: due 0-0 rispettivamente contro il Leverkusen ed Hertha Berlino che, a proposito di prestazioni sorprendenti, riesce a mantenere la terza posizione. Le distanze rimangono quindi invariate: 8 punti tra le prime due, 10 tra la seconda e la terza in classifica.
Infine la Ligue 1 dove continua la marcia trionfale del Psg che vince anche la sfida contro l’Olympique Mareille e mantiene il distacco di 24 punti sul Monaco secondo che ottiene il tre punti contro il Nizza, squadra in terza posizione.