«tu m’hai vituperata»

Artemisia Gentileschi (nel maggio del 1611)

«Io non sono proprietà di nessuno, nessuno può costringermi ad amare una persona che non rispetto, l’onore lo perde chi le fa certe cose, non chi le subisce».

Franca Viola (nel 1965)

A pronunciare le precedenti frasi sono state due icone della forza e del coraggio femminile di fronte alla violenza subita. Entrambe non hanno voluto tacere davanti ad una cultura che attribuiva all’onore sessuale l’elemento decisivo della vita futura. Entrambe sono state testimoni della capacità di rinascere e trasformarsi con la forza interiore.

La prima proposizione  fu detta, con tutta la rabbia che aveva in corpo, da Artemisia Gentileschi all’amico di famiglia dopo che l’aveva violentata entrando a casa sua con l’inganno. Il verbo che usò, vituperare, significa sia un gravissimo danno fisico, che di immagine (chi l’avrebbe più sposata?). Per riavere l’onore Artemisia avviò, con il padre, un processo pur sapendo che, all’epoca, esso avrebbe comportato una tortura che era inflitta alla vittima e non all’abusatore. La pena prevista era atroce per un’artista: un filo che stritolava le mani fino a sanguinare, ma ella resistette e continuò ad accusare lo stupratore. La condanna del violentatore fu blanda. Il processo, di fatto, fu una sconfitta. Eppure Artemisia seppe rialzarsi, coltivò il suo talento eccezionale che le permise di raggiungere traguardi impensabili per una donna della sua epoca dimostrando, nello stesso tempo, ottime capacità manageriali di se stessa. Nei suoi quadri, tra gli altri elementi, Artemisia raffigurò il lato oscuro del maschilismo, come nel caso dei dipinti “Susanna ed i vecchioni”, “Lucrezia” (la donna violentata che, secondo la leggenda, fu all’origine del passaggio dalla monarchia alla Repubblica a Roma). Alla morte di Artemisia vi fu il suo oblio, in una sorta di cancel culture, durato per un lunghissimo periodo.

Nel 1965 Franca Viola rifiutò pubblicamente di sposare colui che, con la complicità di 12 uomini, l’aveva rapita per 8 giorni, maltrattata e violentata ripetutamente. In base alle usanze di quel periodo, una ragazza abusata sessualmente avrebbe dovuto, per riacquistare “l’onorabilità”, celebrare il cosiddetto matrimonio “riparatore”, con cui si sarebbe anche estinto il reato del suo aguzzino e dei suoi complici. Franca Viola fu invece la prima in Italia ad affermare pubblicamente il diritto di dire “no”, di rifiutare un’esistenza accanto al bruto che disprezzava profondamente. Il prezzo da pagare fu altissimo: per tutta la durata del processo visse da segregata,  protetta dalle forze dell’ordine,  con l’opinione pubblica diffusamente contraria alla sua decisione ed il solo conforto della famiglia. Le minacce e le pressioni non la fecero retrocedere. Il violentatore ed i suoi complici furono riconosciuti colpevoli e condannati. Franca Viola si unì in matrimonio con un uomo che le dimostrò il suo amore, e la sposò  senza farsi impaurire dalle forti intimidazioni ricevute. Successivamente la battaglia di Franca Viola divenne un simbolo dell’emancipazione femminile e di crescita civile. Questa lotta vide in prima linea, in maniera bipartisan, le donne impegnate in politica per l’abolizione di norme che costituivano una sostanziale rinuncia dello Stato ad esercitare la giustizia a favore di una privata, patriarcale. Nel 1981 venne abrogata la legge sul delitto d’onore, nel 1996 vi fu il riconoscimento dello stupro da reato "contro la morale" a reato "contro la persona".

Il contrasto alla violenza contro le donne continua e sono numerose le iniziative per aiutare coloro che sono in difficoltà. Tra di esse si ricorda un evento speciale di conoscenza e sensibilizzazione focalizzato sulla presentazione, nella Capitale, della IV edizione del Vademecum intitolato “Capire per salvarsi”. E’ questo il fine che si sono poste le tre Sezioni Capitoline della FIDAPA BPW Italia: “Roma”, “Roma Campidoglio” ed “Ara Pacis” attraverso il lancio di un testo che intende essere un contributo alla lotta contro la violenza di genere.

L’iniziativa editoriale, dopo il successo delle precedenti edizioni, ha accuratamente integrato ed aggiornato le precedenti edizioni del Vademecum. Esso etimologicamente significa “vai con me” e, in senso lato, racchiude importanti informazioni in modo facile, veloce e sintetico. Il prontuario che é stato presentato consente, pertanto, una rapida ed  agevole consultazione per riconoscere e cercare di lottare contro l’amore tossico. Questo ossimoro sottolinea tutta quella serie di comportamenti, dalle parole e tono aggressivo alla minaccia di morte ed uccisione, in cui si può esprimere la violenza maschile sulle donne. Troppo spesso, purtroppo, il pensiero femminile é immerso in una cultura nutrita di un insieme di pregiudizi, stereotipi, paure, che non permettono di scappare prima che sia troppo tardi, dire immediatamente di no, di avere la consapevolezza che non si é responsabili della violenza ma di essere vittime. Detto diversamente, un maltrattamento in famiglia sovente non viene denunciato sia per timore di ritorsioni, sia per la difficoltà di ricorrere alle autorità competenti contro un uomo con cui si ha un legame affettivo. In questa seconda ipotesi, può innescarsi un meccanismo molto pericoloso, ovvero quello di ritenere dati comportamenti come una norma.

Un altro aspetto da evidenziare é la tendenza repressiva della normativa vigente della tutela delle donne, mentre recenti e qualificati studi stanno dimostrando la maggiore efficacia di un approccio preventivo. E’ quindi in questa linea, di accompagnamento con iniziative concrete che é stato presentato il Vademecum. In esso vengono illustrati gli strumenti che possono aiutare una donna in difficoltà, ed in particolare le vittime di violenza, anche nel percorso di consapevolezza e di cambiamento descritto precedentemente. Per questo sulla pagina di copertina é raffigurato un dipinto dell’artista Annamaria Russo Aruss intolato: “Flora”, la dea della primavera, della rinascita.

Il Vademecum gode del patrocinio della FIDAPA BPW Italy Nazionale. Al Vademecum hanno collaborato Francesca Campo, Gaia Caramazza, Giovanna De Feo, Lorena Fiorini, Miryam Fuentes, Laura Giannuzzi, la sottoscritta, Pia Petrucci, Simona Pianese, Paola Soncini. Grande apprezzamento per l’iniziativa é stato espresso dalla Presidente del Distretto Centro FIDAPA BPW Italia Grazia Marino nel corso della presentazione del Vademecum.

L’opera é anche un ricordo affettuoso per le amiche Renata Giunghi Palandri e Laura Verona.

La IV edizione del Vademecum é scaricabile dal sito: www.fidaparoma.it e

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