Un nuovo appuntamento con Istituzioni e Cittadini, la trasmissione condotta e curata da Fabrizio Mastrorosato che da anni è impegnato nelle problematiche sociali della città di Roma e della regione Lazio.
Gli ospiti in questa occasione hanno una risonanza molto alta per la loro elevata professionalità. Si tratta del dott. Lamberto Mattei, noto commercialista con uno studio molto conosciuto Roma e con l’incarico di Vicepresidente Vicario di Confimprese per Roma Capitale. Insieme con lui l'avv. Walter Cillaroto membro del Comitato Direttivo di Confimprese Roma Capitale. Entrambi facenti parte dello Studio Sarcc. In collegamento esterno, altro prestigioso ospite, sempre per Confimprese, il dott. Gianfranco Piazzolla, presidente di Confimprese Viterbo. Un importante appuntamento per ricercare le diverse necessità che questa struttura deve affrontare per il compito che si è dato 25 anni fa.
Mattei: Secondo me dobbiamo dare un grande lustro al presidente che sono oltre 25 anni che segue Confimprese Italia. Il Presidente Guido Amigo lo ringraziamo in quanto ci sta mettendo come sempre un grande impegno e grande sacrificio. Ultimamente si è recato anche in Cina, proponendo una serie di contatti cercando di portare delle imprese e di creare nuovi rapporti.
Mastrorosato: Infatti, la regia in uno stacco ci ha fatto vedere due bandiere indicative della vostra presenza nel governo internazionale.
C'è la bandiera cinese e quella inglese. Nel pieno dell'Europa e nel pieno dell'estremo oriente.
Mattei: Si, in Confimprese Roma Capitale abbiamo cercato di creare delle delegazioni. Una ce l'abbiamo a Londra, dove abbiamo un importante commercialista, indiano di cui provo grande stima.
Mastrorosato: Ti interrompo per dire che questo ci conforta anche perché il Ministro della Salute ha detto che bisogna affrontare il problema degli infermieri. E siccome non ci sono più tanti infermieri italiani, ha fatto un accordo con la Ministra della Salute indiana per avere nei prossimi mesi circa 20.000 infermieri indiani in Italia.
Mattei: Sono molto contento per l’apertura di questo nostro ufficio a Londra. Ne abbiamo aperto anche uno a 30 chilometri da Hong Kong, con un altro mio collaboratore, un ragazzo veramente in gamba, che parla perfettamente italiano e cinese altrimenti sarebbe stato impossibile lavorarci.
Anche là stiamo portando avanti un progetto un po' diverso. Vicino ad Hong Kong ci sono moltissimi cinesi che aprono delle strutture Amazon e importano qui in Italia i prodotti. Per questo motivo cerchiamo di essere noi i soggetti che permettono a loro di operare qua e noi in questo caso permetteremo alle imprese italiane di operare a Hong Kong.
Abbiamo costituito un ufficio di circa 40 metri quadri, e questa è una nuova notizia, la prossima settimana apriremo l'ufficio a Dubai. Anche là abbiamo un avvocato italiano, un commercialista italiano che vivono a Dubai e anche là parliamo di tanti progetti. Uno dei progetti che forse verrà portato avanti è quello della Camera del commercio italiana, nel senso di creare una struttura che permetta di legalizzare a chi va giù di trovare i rapporti giusti.
A me è capitato perché io ho un cliente italiano che ha investito in un paese arabo e là è rimasto incastrato in tutte le norme arabe perché loro ti obbligano a fare certe cose che se sbagli l'investimento tu rischi di perdere moltissimi soldi. Nel caso specifico lui è arrivato alle imprese di trasporto calcestruzzo, a un certo punto gli hanno obbligato a portare dieci camion giù, l'hanno immatricolato a Dubai, l'affare non è andato avanti e lui ha perso oltre 100 mila euro perché indietro non si può più tornare. Quindi capite bene che quando si parla di internalizzazione si dice tutto, ma è una cosa abbastanza complicata e se non ci sono delle strutture come vogliamo portare avanti noi che ti tutelano diventa veramente difficile operare all’estero.
Mastrorosato: Partiamo proprio da qui, quindi Confimprese nasce per un'esigenza di aiutare in un percorso la piccola e media impresa e affrontare anche i mercati internazionali, ma prima di quelli internazionali magari quelli del mercato nazionale. Le difficoltà di gestione derivano spesso da regole, per tutto quello che è il meccanismo burocratico, per la concorrenza che è spietata ormai. Poi magari se dovessero partire i dazi dall'America che cosa può succedere per la piccola e media impresa e via via dicendo? Quindi questa esigenza di aiutare le piccole e medie imprese è l'elemento motore che ha portato a dire deve nascere questa struttura e in questi 25 anni, 26 o 24 cambia poco, che passi in avanti avete fatto?
Cillaroto: Naturalmente noi stiamo cercando di creare delle sinergie anche con l'estero ma soprattutto in Italia tra le piccole e medie aziende perché stiamo vedendo, ed è sotto l'occhio di tutti, che le piccole imprese stanno scomparendo, le piccole aziende, quindi il piccolo artigiano, il piccolo supermercato di quartiere, il calzolaio, il fabbro magari ma anche il piccolo professionista.
Io sono un avvocato, adesso tutti gli studi legali sono associati. Siamo troppi sulla carta, ma sul campo siamo pochi…ma siamo tantissimi, per esempio, rispetto ad altre nazioni come la Francia.
Mattei: Le normative francesi sono un po' più serie, nel senso che gli avvocati in Francia non permettono di fare appelli che non hanno senso, non permettono di fare cause che non trovano fondamento, cosa che invece noi facciamo normalmente.
Cillaroto: Come ho detto, in Italia gli avvocati sono tanti anche per la burocrazia; quindi, magari anche solo per spostare una sede legale di una società da una parte all'altra bisogna mettere l'avvocato, oppure anche per un danno da infiltrazione dove è palese che il danno è stato creato da una terza persona, è necessario avviare una causa perché non si riesce mai poi a ottenere il risarcimento.
Ecco, quindi, questo ci ha portato a metterci tutti insieme e a cercare di creare quindi una struttura dove andiamo a tutelare le piccole e medie imprese.
Mastrorosato: Quello che oggi con questa espressione si dice “facciamo rete”.
Mattei: Ma in realtà la cosa ancora più importante di Confimprese è la rete che noi stiamo costruendo nel Lazio, ma noi, piano piano con il Presidente nazionale, stiamo costruendo moltissime altre realtà, a breve apriremo Verona, a breve apriremo Como, in realtà noi poi permetteremo a tutti i nostri dirigenti di dialogare con gli organi politici. Per esempio, Confimprese Roma Capitale; abbiamo 15 municipi, abbiamo il sindaco, abbiamo la regione, quindi in quel caso noi daremo delega ai singoli Presidenti di dialogare e di scrivere e portare istanze alle singole istituzioni per portare dei risultati.
Perché chiaramente, come diceva Walter, a uno che fa il fabbro, resta difficile, resta complicato di parlare col proprio Municipio perché magari c'è un problema anche di carattere burocratico, e magari, essendo affiliato con noi gli permettiamo di portare avanti le proprie istanze.
Mastrorosato: L'esempio del fabbro ci cala tutto.
Cillaroto: noi pensavamo anche al piccolo alimentare che adesso che ci sono tanti supermercati, sono andati a scomparire. Leggevo l'altro giorno che un'azienda emiliana produceva i volanti per la Porsche ed è scomparsa perché adesso li vanno a produrre in un altro stato estero dove magari la manodopera è più bassa; quindi, non si è tentato di tutelare quell'azienda che era un'eccellenza per l'Italia che produceva i volanti per la Porsche ed è scomparsa.
Mastrorosato: Nella piccola e media impresa normalmente, almeno così nei suoi grandi numeri, la guida è sempre una guida di tipo familiare o comunque ristretta. Il fatto di convincere queste persone, di mettersi in rete insieme a “Giovanni” e “Antonio” che stanno magari uno a Como e l'altro a Catania, trovate una ritrosia oppure c'è una coscienza perché si è capito che o si fa così o si muore?
Cillaroto: Noi cerchiamo di creare delle sinergie tra le aziende; quindi, noi faremo in modo di metterli in contatto, magari faranno sempre riferimento a noi; quindi, metteremo in contatto magari un'azienda del nord e una del sud oppure sempre della stessa regione, però tale da far accrescere il loro fatturato, da aiutarli in questo senso e anche aiutarli davanti alle istituzioni perché hanno poco potere di rappresentanza. Il piccolo imprenditore è una singola persona, non può andare a combattere con tutte le istituzioni, ha bisogno di una struttura forte dietro.
Mattei: A tal proposito, pochi giorni fa ho costruito una rete d'impresa tra 12 società che avevano negozi di abbigliamento sportivo, piccoli o medio piccoli. Abbiamo creato il gruppo per andare da Adidas, per andare da Nike e fare acquisti mirati recuperando dei margini. Quindi un acquisto cumulativo che significa avere un importo migliore e un'attrattiva più forte. Questo proprio per permettere che le grandi catene, come, Cisalfa, Decathlon, e altri, non abbiamo una sorta di monopolio, quetso anche per dare opportunità a quei negozi che si sviluppano in spazi di poco più di 100 metri quadri.
Questa rete permetterà di fare un fatturato di 20-30 milioni e presentarsi ad Adidas e dire noi acquisteremo 100 maglie, 100 scarpe ma tu ci fai a un prezzo “X” e devo dire che stiamo ottenendo i primi risultati positivi. Per convincere i singoli imprenditori a spiegargli che questo è il futuro è molto difficile perché poi ognuno ha paura dell'altro, ognuno ha paura che qualcun altro toglie il proprio lavoro, che qualcun altro toglie insomma qualcosa, però bisogna abituarsi, un po' di rischio bisogna averlo ma se facciamo questa attività con persone serie io sono convinto che i risultati arriveranno molto presto.
Mastrorosato: Vi faccio un esempio di un'esperienza di persona vicina che ha fatto delle magliette con l’immagine di una società sportiva, scoprendo che c’è un sito internazionale dove questo tipo di produzione viene come dire messa all'attenzione del mondo. Il disegno è partito dall'Italia, il tessuto anche e poi va tutto in Polonia dove c'è la stampatrice che le stampa a un prezzo inferiore, ecco questa realtà sta cambiando il mondo. Allora, o il piccolo commerciante entra in questo contesto, diventando così un fatto globale, oppure rischi di essere fuori dalla realtà, è così?
Mattei: Non c'è dubbio, ecco perché noi, poi magari Piazzolla ci darà un'idea ancora migliore di quello che accade in un centro più piccolo, dobbiamo creare imprese e, come fa Confimprese, dobbiamo permettere proprio alle persone di far fronte a quello che è il problema del lavoro, il problema dei costi, il problema dei ricavi.
Mi piacerebbe anche portare avanti come Confimprese un'altra attività. Quella di dare aiuto all'imprese che sono soggette a pignoramenti di Equitalia, o soggette a verifiche, ad accertamenti, io non vorrei lasciarle sole, io vorrei che fossero rappresentate da noi per essere difese, perché lasciare soli, per esempio, un falegname, un artigiano di fronte a tre o quattro funzionari specializzati, laureati di Equitalia o dell'Agenzia di entrate, vuol dire che questa persona ha perso prima di cominciare e questo non è possibile per me.
Mastrorosato: È stato chiamato in causa il dott. Piazzolla, presidente di Confimprese Viterbo. Che cosa cambia in una realtà diversa da quella di Roma, Confimprese come si pone nei confronti di tutto quel mondo che abbiamo appena descritto?
Piazzolla: Ma guardi, questa è una realtà diversa da Roma, prevalentemente composta da piccolo artigianato, poche industrie, soprattutto nel polo di Civita Castellana, che sono quelle più importanti, più rinomate, per il polo della ceramica. Per quanto riguarda l'economia locale abbiamo prevalentemente agricoltura, artigianato, servizi e commercio, quindi c'è una spiccata vocazione anche al terziario.
La nostra provincia sta vivendo un momento di crisi abbastanza definito che è dovuto anche da una forte espansione della distribuzione organizzata a livello internazionale e anche della grande distribuzione che sta in qualche maniera soppiantando quello che è il commercio di vicinato e quelle che sono le piccole attività di vicinato, sia commerciali, ma anche artigianali, dentro soprattutto i centri abitati, centri storici non solo della città di Viterbo, ma anche di tutti i paesi della provincia. Abbiamo una situazione un po' deficitaria anche dal punto di vista della crescita, la propensione ai consumi è abbastanza limitata oggi, quindi se mettiamo tutto questo insieme, come del resto sta succedendo in altri comuni, dà un quadro certamente in ribasso, comunque diverso dalla realtà romana dove ci sono altri indotti, dove ci sono altre dinamiche che non sono certe come quelle provinciali.
Mastrorosato: Dott. Piazzolla, nella discussione che stavamo facendo, c'è stato un passaggio importante “noi poi accompagniamo le imprese non soltanto a diventare imprese ma anche a difenderle, a starle vicino nei momenti di difficoltà”.
Mattei: Scusate, se mi inserisco nella domanda, Gianfranco è una persona non in gamba, ma in gambissima, noi dovremmo parlare con le amministrazioni comunali pensare a dei regolamenti per esempio che tu, imprenditore, non puoi aprire delle attività nuove senza tollerare quelle vecchie. Questo è accaduto nel centro storico di Roma, quando aprirono tutti i bar, aprirono tutti i ristoranti a un certo punto è dovuta intervenire una delibera comunale che ha messo un po' di ordine.
Mastrorosato: questo è il prodotto della vecchia liberalizzazione se non sbaglio, che un bar non si poteva aprire ad una certa distanza di un altro già esistente. Questo non esiste più, ora ci sono nuove regole.
Mattei: se alla fine i bar sono quelli che portano denaro, che portano usi e non so il tappezziere, il fabbro non porta niente, è chiaro che quello lo fanno chiudere a prescindere, quindi anche qua capire come distribuire nel manto del territorio le attività, perché sennò non si va più avanti, non si permette più a nessuno di fare nuove attività, noi abbiamo fatto varie trasmissioni sull'artigianato, non è possibile che ormai non c'è più un artigianato, non dico in Italia ma a Roma, io non vedo più un artigiano a Roma.
Mastrorosato: Proprio poche settimane fa, visto che era in discussione la nuova legge proprio sull'artigianato e la sua tutela, per l'ennesima volta faccio un esempio che fu quello del Comune di Firenze. Relativamente a Ponte Vecchio, dove ci sono gli orafi, qualche anno fa, il Comune di Firenze, non ricordo neanche chi fosse il sindaco a quel tempo, il primo cittadino ebbe un’idea molto intelligente, disse a tutti coloro che danno lavoro a dei ragazzi che imparano a fare gli orafi, noi gli facciamo pagare meno tasse e, per quanto riguarda gli affitti, gli daremo anche la possibilità di affitti molto più disponibili, e quindi questo credo che possa essere uno dei metodi di soluzione.
Mattei: Certo, bisogna trovare dei metodi chiari che permettono di svolgere le attività. La gente non si rende conto di quanti negozi, solo a Roma, sono chiusi e perché non aprono, magari sono in atto degli sfratti. Si potrebbe dare l'opportunità a giovani ragazzi di aprire un’attività, magari dando dei limiti di età, permettendo ai ragazzi dai 20 ai 30 anni di avere delle agevolazioni particolari, a un certo punto io credo che lo Stato, il Comune o qualsiasi altro Ente debba un po' investire sui ragazzi, perchè se non investiamo sui giovani è finito.
Mastrorosato: Non c'è dubbio. Torno dal dott. Piazzolla perché ha fatto un riferimento alle attività agricole che sono molto specifiche, peraltro quelle del Viterbese, l'anno scorso, anche qui chiedo scusa sempre perché i dati che ho ovviamente potrebbero essere cambiati nel frattempo, la situazione dell'oliocultura è stata un disastro totale, sappiamo come nel Viterbese invece questo sia una delle fonti di attività maggiori, ecco in casi come questi o similari, ci dica lei come e quando, che tipo di attività svolgete voi perché possiate andare in supporto a un'azienda che magari l'anno scorso ha avuto una produzione con un calo quasi del 70%, anche lì intervenite e come?
Piazzolla: Diciamo che l'agricoltura non è la nostra area principale, però abbiamo anche associati che fanno parte del mondo agricolo e il mondo agricolo è totalmente diverso dal mondo imprenditoriale, commerciale, dei servizi etc., noi solitamente alle imprese veniamo incontro con i mezzi che abbiamo per quanto riguarda il credito, li assistiamo nei bandi che escono periodicamente sia in quelli regionali che in quelli nazionali e cerchiamo anche delle soluzioni a livello di credito, credito normale, poiché abbiamo degli accordi, delle convenzioni con banche finanziarie e quant'altro, quella che mi preme più di ricordare è l'accordo con l'ente nazionale microcredito, che fa sia il microcredito rurale che il microcredito imprenditoriale.
Mattei: Mi preme a questo punto salutare Baccini, un nostro amico, Presidente nazionale, il grande Mario Baccini, ora sindaco di Fiumicino, che ha fatto tantissimo per questo Ente, l'ha mandato in alto, ha costruito ovviamente con i suoi collaboratori una realtà che dà garanzia a chi non ce l'ha, quindi una sorta di welfare indiretto, chiamiamolo così, mirato alle partite IVA.
Molti ragazzi che non avevano garanzie sono riusciti ad accedere al credito proprio grazie a questo strumento che dà la possibilità a tutte quelle persone solvibili ma non bancabili, perché si può essere solvibili ma non bancabili se non si è preso mai un prestito, perché il sistema finanziario, il sistema bancario non ci riconosce; quindi, non sa nulla sulla nostra potenzialità e quant'altro, quindi loro intervengono in questo senso.
Faccio un esempio, il miocredito in questo caso risponde nei confronti della banca con un fondo dell'80% del prestito erogato, quindi la banca, quando riconosce un finanziamento alla persona di 40.000 euro è già garantito che se la persona non paga l'80% del debito viene pagato dallo Stato, questo è importante.
Piazzolla: Esattamente, a prima escursione poi tra l'altro, quindi le regole sono un po' cambiate, fino a 50.000 è l'80%, adesso si può arrivare anche a 75.000 e per le SRL anche a 100.000, però in quel caso la garanzia scende al 60% per la parte eccedente.
Sono piani di finanziamento molto utili, però per quanto riguarda la domanda che mi ha fatto prima per quello che è la problematica dei raccolti e quant'altro che può, a seconda anche di quello che è il clima, cambiare di anno in anno, lì ci sono degli strumenti specifici che cura Ismea e che riescono in qualche maniera anche a dare un ausilio.
Mastrorosato: Qual’è l'accompagnamento che voi potete fare nei confronti di quel piccolo agricoltore che non ha quella dimestichezza del rapporto con l'istituzione, con lo Stato. C'è una partecipazione vostra a prenderlo per mano e accompagnarlo rispetto a risposte per situazioni critiche?
Piazzolla: Assolutamente, io sono un tutor dell'ente.
Quando si rivolgono a noi, innanzitutto gli diamo tutti i chiarimenti e tutte le spiegazioni sui vari step della procedura, dopodiché loro ci illustrano il piano d'impresa che può essere o imprenditoriale o agricolo. A quel punto il tutto si traduce in un business plan che viene poi prodotto sia all'ente che alla banca con una relazione tecnica abbastanza dettagliata della potenzialità dell'attività, del soggetto, delle precedenti esperienze lavorative del soggetto e quant'altro.
Mastrorosato: Quindi tutta un'opera che da solo quel soggetto non sarebbe stato in grado di fare.
Mattei: A maggior ragione la cosa importante di questo servizio è che permette, non solo al giovane di vent'anni che è già sveglio e pronto, ma immaginate una persona che a 50 anni rimane senza lavoro, o a 55 anni, magari a un certo punto dice come posso sbancare il lunario, che posso fare? Lo ha spiegato Piazzolla, anche io sono tutor nazionale, possiamo mettere in piedi dei progetti che permettano al 55enne, al 60enne di iniziare una nuova vita, un nuovo progetto di lavoro che gli permetta di andare avanti.
Mastrorosato: Ecco, rispetto a questo chiedo a tutti e due gli ospiti in studio, le istituzioni, perché molte cose che stiamo dicendo stanno dentro magari leggi nazionali però poi vengono calate nello specifico nelle normative regionali, nelle attività di delibera comunale e via via dicendo. Qual è l'atteggiamento delle istituzioni che voi trovate nell'impatto rispetto a queste cose?
Cillaroto: Sembrano assenti, nel senso che si interessano poco della produttività magari del piccolo artigiano, del piccolo imprenditore e quindi noi facciamo da filtro come sostegno proprio alle piccole e medie imprese per portarle poi a parlare con le istituzioni.
Questo è il nostro compito, quindi un supporto professionale anche nella risorsa del credito.
Mastrorosato: La spinta però deve nascere da voi.
Cillaroto: Sì, perché praticamente il piccolo artigiano, come diceva Lamberto, magari a 55 anni si vuole rimettere in discussione ha delle idee e altri tempi.
Il nuovo imprenditore, magari il ventenne non sa come mettersi nel mondo del lavoro se vuole fare piccolo imprenditore, vuole fare piccolo imprenditore in quel caso si deve dare un sostegno.
Mastrorosato: Ritornando un attimo all'agricoltura, dei bandi fatti dal Comune di Roma e dalla regione Lazio, indipendentemente dalle giunte, dai colori politici eccetera, che fanno riferimento alla possibilità di mettere a disposizione dei terreni incolti che potrebbero essere indirizzati a giovani che stanno tra i 20 e i 28 anni…quindi eccoci qua, pronti? Fate questa nuova esperienza di lavoro ma magari hanno bisogno, pure se giovanissimi, di qualcuno che gli dice che cosa devono fare?
Cillaroto: Ma non c'è dubbio. Molte volte riescono, magari conoscono il bando però non hanno tutta la documentazione a supporto per poi andare a buon fine all’operazione; quindi, hanno bisogno di professionisti alle spalle per diventare imprenditori.
Mattei: Questo è il nostro scopo, la nostra mission è questa qua, ma volevo riprendere quello che diceva Walter sulle Istituzioni. Io mi sono reso conto, avendo per una serie di motivi frequentato e sto frequentando senatori, onorevoli, consigliere regionali, che poi alla fine non è che manca la politica o le istituzioni, è che anche loro stanno in estrema difficoltà, perché loro quando vengono eletti, il loro problema è solo di salvarsi dopo, non riescono a portare avanti i progetti nuovi.
Mattei: Parli con consiglieri regionali, con consiglieri comunali e dici ma che può fare? Quello che risponde, se sto in minoranza non posso fare niente.
Mastrorosato: Il che non è vero.
Mattei: Quando dico niente di concreto, mi riferisco al fatto che potrebbe magari esporre una norma per fare poi una “battaglia”. Noi non possiamo vivere solo di battaglie, noi dobbiamo vivere di cose concrete.
Se io parlo con qualcuno della minoranza o anche della maggioranza, a prescindere, quella tematica non la portano proprio avanti, perché l'ha portata l’altro. E l’altro dice, qualunque cosa porta quella persona, io non la porto avanti. E questo è un grande problema politico, che secondo porta alla necessità di modificare le norme.
Perché se un politico di qualsiasi origine porta una norma oggettivamente giusta, che sia di maggioranza o di minoranza, quella norma deve essere portata avanti. Invece no, si fa del tutto per contrastare chi l’ha pensata, bisogna portare avanti cose giuste. Deve essere ininfluente il fatto che c'è una maggioranza da una parte e la minoranza dall'altra.
Poi a maggior ragione, e di questo me ne sono reso conto, quando il politico si trova in minoranza ha questo problema. Quando sta in maggioranza è ancora peggio, perché mi sono reso conto, quando gli dico, “senti voglio portare questa norma qua”, e mi dicono, “non mi portare niente sul tavolo, perché io che faccio, a chi la porto avanti?” Perché chiaramente hanno troppe cose complicate che si intrecciano tra loro e non le porta avanti nessuno. E questo è il vero problema a livello regionale e a livello comunale.
Poi a livello del Parlamento è ancora più complicata la storia. E allora come possiamo fare? Io non lo so.
Mastrorosato: Ma hai toccato un punto che è oggetto di discussione in questa trasmissione per altri ambiti.
Il problema è che quando siamo passati dalla Prima Repubblica al resto, al resto non c'è stata più selezione dei gruppi dirigenti. Oggi sono tutti allo sbaraglio.
Mattei: Altra normativa che porterei, premetto che io ho fatto il militare per un quindicennio nella Guardia delle Finanze, per diventare Generale, se non sei tenente, se non sei capitano, se non sei maggiore, se non sei tenente colonnello, tu generale non lo diventerai mai. Ma come puoi diventare una persona Presidente della Repubblica o Presidente del Consiglio se non hai fatto almeno parte di un Consiglio regionale, se non hai fatto almeno il deputato o il capogruppo. Io credo che sia assurdo che vengano elette, di qualunque forza politica sia, persone che non sanno neanche di che parliamo.
La scuola politica dovrebbe essere fondamentale e potremmo creare ai giovani una nuova attività. I giovani si sentono dire sempre “che vuoi fare nella vita?” Il politico? Bene, tu crei un'accademia per far frequentare una scuola della politica e fai di tutto per far studiare i giovani a realizzarsi, perché così sarebbe giusto.
Mastrorosato: Sono d’accordo Lamberto ma ripeto, la Prima Repubblica, con tutti i suoi difetti, dal MSI al Partito Comunista, passando dalla DC ai partiti di centro, avevano delle scuole politiche, secondo me. Non era male, perché organizzavano incontri, avevano le sezioni e la sezione era semplice, se la tua sezione avesse funzionato saresti riuscito a portare portare anche i mille soci, vuol dire che tu sapevi fare politica. Pochi giorni fa, in polemica con un caro amico che viene spesso in trasmissione, gli ricordavo come io venendo da un'esperienza che era quella della socialdemocrazia, ai giovani di quel periodo, ci mandavano a sentire, Willy Brandt e Helmut Schmidt, e le esperienze del nord Europa sul piano dello Stato Sociale, ecc. ecc.. Oggi chi fa queste esperienze? Ma io parlo della mia, come poi il PCI, il Movimento Sociale faceva la sua, o le associazioni cattoliche che sono state un'esperienza straordinaria in questo paese.
Oggi c'è l'improvvisato.
Mattei: vi riporto questo esempio: io ho tenuto la contabilità del gruppo Polverini, che io non sapevo neanche come si tenesse, e là ho capito che c'erano i consiglieri, il funzionamento di un gruppo, di una regione, che quando si cominciava a capire l'argomento subentrava la fine del mandato. Allora, come può funzionare un paese?
Mastrorosato: Guarda, io devo fare l'esempio di un nome che hai fatto prima, Mario Baccini, che oggi è sindaco di Fiumicino, che ha fatto il Presidente, credo sia ancora Presidente del Microcredito, che però ha fatto anche il sottosegretario agli esteri, ha fatto il Vicepresidente della Camera, ma c'è arrivato dopo aver fatto il Consigliere Municipale e il Consigliere Comunale di Roma, ma lui è un esempio come tanti altri. Ma torniamo sull’argomento, oggi la realtà di confimprese è una realtà consolidata, anche per alcune cose che ci ha indicato poco fa il dottor Mattei nel dire apriremo a Verona, a Como, ci siamo insediati addirittura all'estero e ci hai citato dove e così via. E’ il momento che le realtà istituzionali e politiche facciano i conti. Quali sono gli obiettivi a questo punto?
Mattei: Semplice, dobbiamo intervenire, tramite il nostro presidente nazionale, Guido Amigo, in tutti i tavoli regionali, comunali e nazionali.
Mastrorosato: Sentite il peso di questo?
Mattei: Come vengono convocate loro al tavolo le confederazioni sindacali, dobbiamo essere convocati anche noi.
Mastrorosato: Forse ci sarebbe la necessità di ritornare a quello che fece Carlo Azeglio Ciampi quando mise intorno ad un tavolo, di fronte a un momento di crisi, imprenditori, governo, sindacati a discutere di come salvare il Paese. L'obiettivo è quello di essere chiamati come interlocutori dei quali non si può fare meno a questo punto.
Mattei: Secondo me questo è fondamentale, certo.
Cillaroto: Deve essere vista come un'esigenza proprio da parte anche degli imprenditori, affidarsi a dei professionisti, perché alla fine l'imprenditore vero può nascere imprenditore con la mentalità di poterlo fare, però dopo se alla fine non ha una struttura dietro che lo segue nei vari step, ad esempio molti imprenditori si rivolgono a me perché hanno avuto degli accertamenti, il ricorso che lo deve fare per forza un avvocato oppure un commercialista, però a questo punto noi li dovremmo seguire…quindi anche all'apertura dell'attività, e durante l'attività, tutelarli il più possibile in quanto costituiscono il motore e l'economia della nazione.
Mastrorosato: Riguardo anche a queste ultime iniziative del governo per quanto riguarda il concordato, che tipo di risposta?
Mattei: Per molti imprenditori, diciamo quelli medio grandi che presumono di fare un discreto volume affari, io credo che il concordato sia un'ottima soluzione, in realtà vi è di più perché dietro il concordato, nessuno se ne è reso conto, c'è velato un condono “mascherato”, nel senso che chi fa il concordato ed ha certe esigenze, ha la possibilità di fare, pagando delle cifre abbastanza modeste, una sorta di condono.
Voi sapete che l'Europa ci ha vietato il condono, diciamo che il Ministero in qualche modo ha un po' reso la possibilità di ottenere un “condono”, per cui io sono abbastanza favorevole a norme del genere, come sono favorevole alla riapertura della rottamazione. Questo della rottamazione è un grande problema che credo che adesso abbiano moltissime persone a cui capita magari, non con volontà ma con problemi, che non abbiano potuto pagare una rata o di saltarne due, ecco, io credo che riportare tutto in bonus, chiaramente alle persone serie che vogliono pagare, penso che sia una cosa giusta.
Mastorosato: Quindi perché questo atteggiamento politico?
Mattei: Sembrerebbe perché non ci sono le coperture finanziarie. La volontà della riapertura della rottamazione ci sarebbe pure, ma purtroppo lo Stato parla con le coperture finanziarie e sembra che non ci sia la copertura finanziaria per riaprire la norma.
Mastrorosato: Però noi abbiamo accettato, nel patto di stabilità con l'Europa, un tipo di soluzione che ci è stata bene, sapendo che le conseguenze erano queste, e magari se avessimo avuto il voto sul MES, probabilmente l'Europa avrebbe avuto anche un atteggiamento diverso, invece ci siamo messi a fare gli oltranzisti, l'unico paese d'Europa che non ha voluto votare il Fondo Salva Stati, una sciocchezza enorme. Ma la cosa più intelligente non sarebbe quella di dire questa cosa la mettiamo in coda?
Mattei: Probabilmente ci sono dei problemi tecnici che non lo permettono, perché è talmente banale dire “riapriamo la rottamazione” che penso pure un bambino intuirebbe che cosa ci cambierebbe, però non si riesce a realizzare.
Mastrorosato: il credito comunque rimarrebbe, quindi nel bilancio che presenti in Europa rimarrebbe che io devo riscuotere tanto ed è più certo che lo riscuoto così che non lo riscuoto per niente.
Piazzolla: Posso dire la mia? Guardi, per la rottamazione noi più volte abbiamo sollecitato questo, anche perché non ci sono le coperture, vabbè ci va bene il discorso che non ci sono le coperture, il problema è che gran parte del magazzino di equitalia, chiamiamolo così, dell'agenzia della riscossione, non potrà mai essere incassato.
Ora il discorso è questo, ci sono tante brave persone e bravi imprenditori che per diversi motivi, tra guerra e covid e, dopo il 2009 soprattutto e dopo la bolla finanziaria, si sono trovati in difficoltà, però vogliono pagare, vorrebbero pagare. Adesso stringere su pignoramenti, su sequestri di conti correnti, fermi eccetera, non è la linea giusta da seguire, quindi, come si sono trovate le coperture per aumentare le provvidenze mensili dei senatori, dei deputati, uffici di segreteria eccetera, si potevano trovare anche quelle coperture per fare questo. Altra cosa, la semplificazione, noi abbiamo 140 mila norme attive, allora io non riesco a capire come fa l'Inghilterra con 18 mila norme, la Germania con 20 mila norme a gestirsi e noi ce ne abbiamo 140 mila, quel pantano legislativo frena, frena la produttività, frena la concorrenza dell'Italia verso i paesi esteri e crea caos e disagio, che come ben sappiamo frena, fa frenare le imprese; quindi, credo che ci si possa ragionare.
Mastrorosato: Quello che sta dicendo, che condivido pienamente, e mi chiedo, ma laddove dovesse andare avanti, la corte costituzionale ci ha messo fermo, ma se fosse dovuto andare avanti la proposta dell'autonomia differenziata, quello che dice lei diventerebbe una cosa ancora peggio, perché dipende da quale regione con cui mi trovo a trattare quell'argomento, se in Veneto c'è una legge e in Emilia-Romagna un'altra e la Sicilia un'altra ancora.
Piazzolla: Ci sono delle riflessioni da fare, ma comunque ci vuole l'azione politica per capire che poi ci potrebbero essere dei risvolti, nella migliore dell'ipotesi queste persone cercano di trovare un lavoro dipendente, perché parecchi chiuderanno di questi strozzati.
Mastrorosato: Faccio una domanda a tutti e tre, voglio sentire proprio l'opinione di tutti e tre, ma nel momento in cui crei una condizione nella quale quella persona o quell'azienda la metti a pagare quella rata che non ha pagato, in fondo, è un'azienda che continua a lavorare, che diventa attiva, che quella persona diventa un elemento che non è neanche passivo rispetto all'organizzazione dello Stato, anzi diventa un elemento produttivo e non farlo è una maniera di tagliarsi i “zibidei” da solo.
Cillaroto: Infatti dovrebbero capire a monte che l'imprenditore che vuole continuare la propria attività è lì che lo devi aiutare, perché ha l'interesse di proseguire la propria attività. Non solo pensi che potresti prendere i soldi, ma addirittura diventa un elemento attivo. Se io invece fossi un imprenditore truffatore e chiuderei l'attività, faccio fallimento e arrivederci e grazie e lascio il debito allo Stato.
Invece l'imprenditore che vuole proseguire nonostante i debiti, lo Stato gli blocca il conto, gli fa i pignoramenti, le ipoteche sugli immobili.
Mattei: Non gli da il Durc, non gli permette di richiederlo. Poco fa mi ha chiamato un cliente che mi ha detto: non ho potuto pagare, non ottengo il Durc e quelli non mi pagano più i debiti e quello è rimasto impantanato come se stava nel fango, non ne esce più da questo problema.
Mastrorosato: In un paese dove ci sono state situazioni, almeno in passato, non so se ancora esistono, dove aziende dello Stato devono dare i soldi a un imprenditore per i lavori fatti e ritardavano loro a non pagarlo e quello si è trovato nella difficoltà di non pagare le tasse, l'abbiamo penalizzato tre volte. E’ giusto?
Mattei: Non c'è dubbio. E’ per questo che dico una frase risonante, dovremmo fare una rivoluzione. Quella pacifica è chiaro, però c'è una rivoluzione da fare. Il vero problema è che come sempre accade quando comandano, parlano in tanti, diventa tutto difficile.
Forse dovremmo cambiare proprio la legislatura. Proponiamo una Repubblica Presidenziale, mettiamo un qualcosa che alla fine chi prende il comando deve portare avanti i progetti e deve dare risultati sia negativi che positivi. Se sono positivi verrà rieletto, se sono negativi verrà tolto.
Però alla fine qualcosa bisogna fare. Ma se sempre una persona che prende il comando è vincolata una volta dai sindacali, una volta altre situazione...capite bene che qualcosa bisogna trovare.
Mastrorosato: Dottor Mattei, nella prima repubblica si cambiava un governo ogni sei mesi, ma c'era una continuità, se ci facciamo caso, sulle scelte programmatiche internazionali c'era una partecipazione complessiva anche delle opposizioni nei confronti delle scelte della maggioranza. Chi ha vissuto quel periodo sa benissimo che non dico una sciocchezza.
Quindi non è il problema di mettere tutto nelle mani di una sola persona, il problema probabilmente è di una classe dirigente che non è adeguata anche per un Paese come il nostro.
Mattei: Su questo non c'è dubbio. Ma è possibile che nessuno ha il coraggio di fare una norma dove dire da qui a cinque anni per essere nominato deputato, per essere nominato senatore, se non hai certe caratteristiche non lo fai? Io non riesco a capire, ma se io devo continuare a fare il commercialista e mi obbligano a fare i corsi, i contro-corsi, le abilitazioni, non capisco perché questo non accade se uno vuole diventare deputato o altro.
Mastrorosato: Dott. Piazzolla, ci vedremo presto perché ci sono una serie di iniziative che metteremo insieme con il dottor Mattei e l'avvocato Cillaroto su Confimprese e quindi lei sarà un invitato sicuro per sentire che ci dice la provincia di Viterbo. Grazie a lei, grazie a Mattei, grazie a Cillaroto.
Faccio una chiosa positiva…
Mattei: Noi dobbiamo essere sempre positivi, dobbiamo sempre sperare di ottenere dei buoni risultati. Io sono convinto che poi non dobbiamo proprio vedere tutto negativo, in qualche modo tutti ci mettono impegno a fare e a portare progetti e iniziative propositive. Non sempre ci si riesce, il vero problema è che le iniziative sono tante e sono i fatti concreti che se ne ottengono pochi, perché come vedete poi non si riesce mai a ottenere delle cose in tempi brevi. Abbiamo sempre dei tempi lunghissimi e questi tempi lunghissimi fanno sì che quando sono ottenuti sono cambiate le fattispecie che quel risultato ottenuto non è più idoneo.
Mastrorosato: Una domanda secca all’avvocato Cillaroto per chiudere. Non sente che c'è un'assenza di disegno di prospettiva? Di fronte alle difficoltà c’è un senso di sfiducia, c’è il nulla?
Cillaroto: Il nulla purtroppo viene visto dagli altri, noi adesso invece vogliamo creare cose concrete apposta per questo perché abbiamo visto che c’è il nulla quindi vogliamo buttare giù le basi per creare imprenditori positivi.