Credits: Claudio Bianchi - "I sogni sono la sola realtà che ci rende liberi"

Solo nella notte dei sogni, ci concediamo veramente al caos. Mettendo gli accenti sopra le H per farle parlare. Con le braccia allungate verso l’infinito delle nuvole per scoprire che perfino il cielo si nasconde.

Nella realtà, pensiamo di avere il controllo delle situazioni, di sapere quale scelta metterci in tasca, ma prima che sia possibile raccoglierle, queste sono già scivolate tra le dita. In un mucchietto fitto fitto, che si sparpaglia sempre più, mentre ci affanniamo a ricomporre un rebus dove a mancare sono proprio le lettere.

Eh no, non è possibile prevedere cosa accadrà, anche se questa è la parte che mi piace di più… Scivolare nell’incertezza di interrogativi e puntini di sospensione. Che ti fanno tremare sotto un tetto di foglie. Che ti toccano come il mare con il suo spirito inquieto.

Avrò davvero perso qualcosa?

Allora penso che ogni capitolo della nostra storia è come la musica, che vibra dal pop all’acoustic, passando per il rock ma anche per il classico. Che si possa ballare sulle note più alte per poi scendere alle basse, senza che questo pregiudichi la coda della danza.

Muoversi dentro la vita per riuscire ad esistere.

 

Perché il futuro è una bandiera multicolor, dove spiccano il nero e il bianco, a segnare rispettivamente il peggio e il meglio, nel durante di tutte le sfumature che si creano.

Nel mio spazio che corre, come mai aveva fatto prima, vince l’istinto sulla ragione. Quel fluire leggera che sento più vicino al mio vero io. Perché oggi mi appartengo fino in fondo. E fanculo alle catene, al buon costume e alla massa. Fanculo alla razionalità che affonda il morso su tutte le fette, prima che tu possa provare ad assaggiarne una.

Riuscire a pensare e quindi agire senza freno a mano è un’esperienza caotica. Che mi avvicina al sogno. Che non mi fa pentire. Che non conosce rimpianto.

Avrò davvero perso qualcosa?

…Così ti vedo mentre scendi da un gigantesco pullman, illuminato da luci arcobaleno, in mezzo ad una sala gremita di gente. Hai voluto un ingresso spettacolare per farmi sapere che sei arrivato.

Tutti ballano. Io sono un po' agitata. Mi guardo intorno ma so che mi hai già vista. Mentre allunghi il passo per raggiungermi, mi volto dall’altra parte.

Fuggo.

Come sempre.

Al risveglio penso che ho perso qualcosa pure questa volta. E mentre arriccio gli occhi sul cuscino mi accorgo che in quella visione scorre tanta verità.

Che per sentirsi libera bisogna smettere di aver paura nelle situazioni reali.

Al mio essere sfuggente verso le cose importanti. Che non sono cose ma il sentire nel tempo in cui mi muovo. Quando, mi percepisco così soul, perché molto vicina all’anima.

Quando in mezzo a quel mucchio fitto fitto, finalmente esisto per davvero.