L’arrivo di Lewis Hamilton in Ferrari ha sconvolto, in positivo, il mondo della Formula Uno.

Per chi non è appassionato del mondo dei motori è complesso carpire l’importanza di un’unione così profonda. Il Cavallino ha scritto la storia del massimo circus, così come il pilota britannico può essere tranquillamente collocato nell’Olimpo dell’automobilismo. Il record di Michael Schumacher, almeno sulla carta, si può superare e farlo con la stessa macchina ha un non so che di poetico. In un settore che non ha mai lesinato e nascosto la propria propensione al business questo è senza dubbio un caso molto interessante da approfondire. Economia ed attività agonistica si fondono per trasportare l’intero campo dei motori ancora più in alto. Dopo la vittoria di Kimi Raikkonen con la Ferrari nel 2007 e l’iridato proprio di Lewis Hamilton nel 2008, la Brown di Jenson Button nel 2009 ha dato il là ad una rivoluzione in Formula 1.

La Red Bull ha cominciato ad investire prepotentemente portando la propria scuderia a far vincere ben 8 volte i propri piloti negli ultimi 15 anni, gli altri campionati sono stati conquistati dai piloti Mercedes. Un duetto che ha messo in allarme le altre squadre, con la Ferrari che si è vista sopraffare dai due colossi. Tra sponsor e partnership questa operazione non ha fatto altro che aumentare interesse nei confronti di tutto lo sport in generale; nell’epoca contemporanea la sfida più grande è quella di accaparrarsi il tempo libero - servizio più che prodotto di difficile valutazione. Tutti sono diventati concorrenti, consapevoli o meno di questo gli operatori del mercato cercano nuovi stratagemmi per diventare dei veri e propri benchmark. Stando alle prime stime la Ferrari avrebbe aumentato il valore del proprio brand di 400.000 dollari con la sola foto del pilota con la tuta rossa, dato prevedibile visto l’impatto mediatico. L’appeal di Lewis e quello del Cavallino è senza precedenti ed ha risvolti non solo sportivi ma anche mediatici, essendo due aziende de facto che sono delle vere e proprie icone culturali.

Diversi studiosi economici stimano in un aumento complessivo di 125.000 dollari per merito di un probabile aumento delle vendite relative al merchandising e ad una crescita della sponsorizzazioni. Non bisogna sottovalutare la potenziale espansione internazionale di questa squadra e dell’atleta stesso. Il successo si può riscontrare anche nel mondo complesso dei social network: su Instagram il primo scatto ha riscritto la storia della Formula Uno con 5.5 milioni di like mentre su X (ex Twitter) la foto ha raggiunto le 12 milioni di visualizzazioni. Stando alle parole del CEO di Sponsorlytix - Omar Al Raisi - le aziende che sponsorizzano la tuta del pilota inglese hanno beneficiato di un aumento di valore non indifferente: circa 212.200 dollari (ed ancora non abbiamo assistito a nessuna gara ufficiale). L’analisi di ItaliaOggi riporta alcuni dati interessanti: entro il 2025 il merchandising dovrebbe crescere di 1 miliardo di dollari, considerando l’attuale aumento del 20%. L’operazione è, quasi, paragonabile all’arrivo di Cristiano Ronaldo alla Juventus ma la forza del brand Ferrari sembra essere molto più solida e, soprattutto, in crescita. Il successo ai tempi di Schumacher potrebbe essere eguagliato, se non addirittura superato visto l’interesse di diversi mercati internazionali (Stati Uniti e Medio Oriente su tutti).

La Ferrari ha tutta l’intenzione di voler investire tanto che, a fronte di questi ricavi ha già messo nero su bianco l’aumento di stipendio per Charles Leclerc, da non dimenticare come i due ingaggi coprono appena il 15% dei valori economici positivi della scuderia di Maranello. Per dovere di cronaca si può ricordare come lo stipendio del monegasco è salito e dai 15 milioni di euro della scorsa stagione è arrivato a 46 milioni di euro (bonus compresi), mentre quello del “Sir” ammonta a 70 milioni di euro. Un matrimonio economico che non vuole far passare in secondo piano ciò che accadrà in pista, la strategia sembra chiara e tutti quanti sono pronti a beneficiare di questa accoppiata. Operazione di marketing, operazione sportiva, operazione destinata a scrivere di nuovo la storia di questo sport.