La prestazione di Andrea Kimi Antonelli è già parte dei libri di storia della Formula Uno. Il pilota bolognese si prende la palma di migliore nel Gran Premio di Melbourne arrivando quarto in pista, retrocesso dalla FIA al quinto posto per poi vivere il ricorso e tornare alla sua posizione.
Dal sedicesimo piazzamento ad una rimonta che non ha eguali, se non per ciò che costruì Verstappen quando era di poco più giovane di lui. Una gara costruita con costanza, guidando come i veterani proprio in un week end dove gli esperti hanno fallito e non poco. Fa riflettere la defaillance di Fernando Alonso, così come quella di Carlos Sainz. Brillano gli occhi del giovane Kimi, stesso nome di Raikkonen, l'ultimo ferrarista a conquistare il titolo mondiale con il Cavallino tra le mani.
Si staranno mangiando le mani a Maranello dove in sella hanno Charles Leclerc, il giovane predestinato che ancora deve vincere un iridato, non piú giovanissimo come si vuole far credere, e Lewis Hamilton, baronetto esperto da cui ci si aspetta tanto. Complimenti dal box Mercedes, scuderia che ha creduto subito nel giovane ragazzo, e giro d’onore che ha irradiato i cuori di tutti gli appassionati.
Partire dall’ottava fila all’esordio nel massimo circus non è un affare semplice, nonostante le difficoltà sorpasso dopo sorpasso è riuscito a piazzarsi un gradino sotto il podio. Prove libere buone, qualifiche molto meno con la testa che avrebbe potuto dilaniare la prestazione di piloti molto più avanti con l’età. La spregiudicatezza, forse, e il talento hanno invece invertito la rotta. Una calma olimpica da fare invidia a chiunque, quelle pressioni che in realtà ci sono sempre per chi ha il dovere di non dover far rimpiangere nessuno. Il giro 16 è stato determinante perché in quel frangente c’è stata la svolta decisiva della gara - e forse della sua stagione. Sbavatura, che seppur minima poteva minare l’impresa ma il cambio gara è stato cambiato fin da subito. Dal muretto brindano ed esultano, consapevoli che questo deve essere solo l’inizio visto che Antonelli è stato chiamato per sostituire uno dei piloti più forti di tutti i tempi (leggasi Lewis Hamilton).
I record infranti
A Melbourne si è scritta la storia, Kimi è il pilota più giovane a guidare una Mercedes in un Gran Premio di Formula 1 con i suoi 18 anni 6 mesi e 19 giorni, all’esordio dopo appena 4 stagioni in categorie inferiori. Tra i cinque rookies in pista è il più giovane, mentre è il terzo meno anziano della storia dietro solo a Max Verstappen (17 anni 5 mesi e 13 giorni nel 2015 in Australia) e Lance Stroll (18 anni 4 mesi e 25 giorni sempre in Australia nel 2017) ma bisogna sottolineare come le regole FIA sono mutate nel tempo per quanto riguarda le primavere degli atleti. Elio de Angelis si è visto distruggere anche il primato di pilota italiano più giovane ad esordire nella massima competizione automobilistica (20 anni 9 mesi e 26 giorni nel 1979 in Argentina), da sottolineare come un azzurro torna in pista dopo tre anni, l’ultimo fu Antonio Giovinazzi con la Alfa Romeo-Sauber nel 2021. Non solamente questi sono i record battuti perchè il ragazzo nato a Bologna è al quinto posto come miglior piazzamento di un italiano all’esordio ed è il secondo pilota più giovane di sempre ad andare a punti (ma primo giovane pilota Mercedes per quanto riguarda il piazzamento), al primo posto Max Verstappen nel 2015 quando in Malesia conquistò la settima posizione. Antonelli, però, è anche il miglior esordiente dal 2014 quando - come riportato da Sky Sport - Kevin Magnussen arrivò secondo in Australia. Per quanto riguarda la scalata all’esordio è la più corposa dal 2002 quando Mark Webber passò dalla diciottesima all’ottava posizione.